Ignoranza beata (santa?)

Pagina della società poco sana, inclinata, pendente, poco incline alla salute, mentale soprattutto.

Una società che bandisce l’idea della Morte è morente moribonda forse già deceduta;

decaduta certamente.

Una società che brandisce l’arrogante convinzione di essere onnipotente e allontana espelle rifiuta come un tabù letale l’idea dei limiti inevitabili intrinsechi naturali, è già limitata. in disfacimento, destinata al più fragoroso e doloroso dei fallimenti.

Una società che idolatra le immagini in movimento, immagini false e vuote che innescano azioni interazioni reazioni continue e ininterrotte non ha una pallida idea del vero significato di Immagine, della potenza dell’Immagine e di tutte le conseguenze che comporta l’adorazione di una vera Immagine.

Una società che idolatra false immagini è grigia perché ha già ucciso ogni forma di immaginazione che è l’esercizio, la fatica, l’imperativo categorico che sgorga deriva origina dal trovarsi di fronte all’Immagine.

Quando la preparazione alla corsetta domenicale, caro Francesco, soprattutto la delicata fase della vestizione – come cavalieri apocalittici postmoderni, per scrivere una bischerata – dura molto più della stessa biciclettata, temo sia giusto, necessario, opportuno porsi delle domande esistenziali e magari anche rispondersi, in fretta e senza ipocrisie.

Il magico mare di Otranto riserva sorprese, ora e sempre e questa volta sono magnifiche, garantito da uno scettico nonché ‘premeditato’ nei confronti delle sedicenti sorprese; un autentico tesoro recuperato a 800 metri di profondità grazie a un sottomarino teleguidato, grazie ad una intelligenza umana e tecnologica davvero intelligenti e preziose, almeno quanto il carico databile VIII secolo avanti Cristo, oggetti e prodotti che raccontano ancora una volta l’emozionante, mirabile Storia dell’Umanità in cammino in viaggio in perenne esplorazione. Dalla Magna Grecia con furore con passione con amore.

Sinodo sinodo sinodo, i profeti esortano Donne e Uomini a intraprendere la via del sinodo – non sinedrio – non un parlamento, né una sciocca futile auto celebrativa convention, come rammenta con delicata precisione il priore Enzo Bianchi: giusto per restare in tema di classicità, dal greco antico: cammino comune, quindi camminare insieme; potrebbe spiegarlo con esempio pratico Bia la sbarazzina breton, spietata cacciatrice di coccole quale sia il vero significato: fiducia reciproca, responsabilità, coscienza. Nessuno esclude che il sinodo possa seguire traiettorie diagonali, ellittiche, sinusoidali. Sinodo sinusoidale, non vi suona accattivante?

Ci sono gli imbonitori del marchio verde che con il sopraggiungere del periodo natalizio – con annessi film ‘buonisti’ di Frank Capra, lui sì che era Capra – in preda all’ansia del venditore h24, tentano di svuotare i magazzini ancora ricolmi di dosi di magico siero; con l’acquisto di una dose finale extralarge riceverete direttamente a casa vostra con consegna Space Shuttle Star Trek – start rec? (già citata, ma repetita gioverà a qualcuno) – di smart phone ultima (ultima davvero, purtroppo) generazione per il rin tin tin tracciamento di sé stessi, ché ormai in questo Mondo Dopo ritrovarsi è divenuto necessità esistenziale. Marketting suggerisce di ipnotizzare bambini e adolescenti, coloro che di solito orientano suggeriscono decidono d’impeto e imperio le strategie di consumo delle allegre famigliole italopiteche.

Non vorrete essere responsabili di suicidi collettivi da ‘frustazione professionale’ di commessi viaggiatori immobili, ma pervasivi?

Solo me ne vo – andrei? Andrei per i boschi superstiti? – per l’urbe recondita, o si trattava dell’Universo?

Da particelle ribattezzate camaleonti – i Camaleonti, che gruppo e che (dino)sauri mediterranei! – forse gli scienziati riusciranno a svelare – illuminare – il mistero fisico della materia oscura o delle oscure materie: forse l’Umanità vedrà la luce, forse intraprenderà il cammino sul rigenerante percorso della Luce.

In una buia oscura malfamata taverna – la famigerata ‘fetid tavern’ – di qualche porto, nacquero racconti leggendari e perfino i cocktail, ma anche questa potrebbe essere solo una leggenda da fumi alcolici, però intrigante affascinante divertente; forse qualcuno raccontò qualcosa di simile a Melville a proposito di cetacei giganti e cacciatori marittimi degli stessi, certo, come avrebbe chiosato Don Mondin il matematico salesiano, l’autore ci ha poi pensato molto e ci ha molto messo del suo: la Balena Bianca non avrà riscosso un immediato successo editoriale, ma diventando Moby Dick è assurta a capolavoro letterario e di diritto è entrata nell’immaginario, immaginifico umano planetario.

Conoscete per caso, fato (fato non foste per vivere come un Bruto…) – ah Fata!!! forse non si può più dire e nemmeno pensare – destino il celebre eroe greco antico Gnor Izein? No? Siete in buona ampia compagnia, me compreso, in testa alla lunga coda, di ignorantelloni: avrei più frequentazione per mia massima colpa con il suo gemello perfido, Ignor Are, anche se talvolta mi coglie un banale umanissimo sospetto:

che la di lui figlia, legittima, madamigella Ignoranza, sia non solo beata, ma santa, quando salva anime in perenne tumulto, non solo meteorologico.

Anche se Re Martin Luther mi riporta sul sentiero della Ragione, con una carezza e una breve riflessione:

figliuolo, nonostante tu sia un bianco occidentale, sappi che nulla sul Pianeta è più pericoloso di una sincera ignoranza unita in connubio con una coscienziosa stupidità.

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