Astrattismi e furori

In preda ad astratti furori, si potrebbe cedere alla tentazione di concionare sul mondo, con la giusta distanza – equidistanza o equivicinanza, in caso di furbi parassiti – da veri intellettuali.

Intellettuali di ritorno, d’accatto, raccattati dove capita, ma nello storto mondo dopo, sempre più storto sempre meno mondo, anche ragionare di arance, maledizioni, insalate (non solo di matematica) diventa arduo: mancano le fonti affidabili, mancano i riferimenti, culturali geografici alimentari; elementari, in primis.

Un tempo, uno spicchio era uno spicchio, una persona era, come premessa ontologica, sé stessa, era il territorio in cui abitava e, prima di salire o uscire di livello con il cervello, verso insondabili astrazioni, serviva – come diceva il filosofo Sgalambro – partire da questo, per non incorrere, non solo in astrazioni fatue, ma bislacche erronee fallaci; sotto ogni punto di vista, di svista, di raffinato ragionamento.

Ché, hai voglia poi a recitare la parte dell’uomo di mondo, tre anni di militare a Cuneo, colto, rotto – frantumato proprio – a e da tutte le esperienze, uomo che ne ha viste di ogni e di ogni potrebbe raccontare, con dettagli e sapienza; se mai hai utilizzato un forcone una zappa una vanga, ma pretendi di impartire lezioni di cucina e cibo ad un contadino, uno vero, meglio tacere.

Non so quali sostanze favoriscano, fungano – funghi – da ausilio alla percezione, alla creatività, alla meditazione; sarebbe bello e beneaugurante se un ragazzo alternativo, sulla porta di casa, da solo, solo in compagnia della sua fantasia, scrivesse: Benvenuti nell’Ipnosi.

Un maiale volante, realtà o allucinazione? Sogno a occhi aperti o illusione indotta dai media? Eppure, negli anni ’70, queste erano eventualità all’ordine del giorno, in grado di causare panico in città, allerta presso le enormi oscure centrali elettriche, presso aeroporti con batterie di radar antidiluvio – o anti diluviani? – non progettati per rilevare suini; in grado di trasformare il tran tran quotidiano in angosciose ore di allerta, con l’aeronautica militare in rampa di lancio – con le lance in resta – e cecchini dei reparti anti terrorismo in assetto di guerra, anzi guerriglia; per dimostrare che non abbiamo inventato molto, anzi.

Sarebbe meglio attendere un fascio di luce bianca, in una stanza con parete o sfondo nero, per convogliarla, lasciarla fluire attraverso un prisma di vetro e restare a osservare l’effetto che fa.

Caterina, certo che la magia è reale: se la puoi pensare, prima o poi, la potrai rendere reale; se ancora non esiste nella nostra dimensione, qualcuno, magari proprio Tu che immagini e sogni così forte, la inventerà; per una volta: davvero per il bene nostro e di tutta la santa famiglia dei Popoli della Terra.

Sarà capitato anche a voi di avvertire disagio al cospetto di spiegazioni perfette, persino all’eccesso; così perfette, da stipare vagoni e vagoni di dubbi da viaggio, su ferro di rotaie. Qualcuno avrebbe la pretesa di convincermi che un piccolo paese aggredito da una super potenza militare, sia in grado di resistere con barricate di masserie, con trincee e pentole – rinforzate dai magnifici armamenti donati dalle nazioni che ripudiano la guerra – in stile cinque giornate di Milano, fatidico marzo 1848; super potenza comandata dall’emulo hitleriano di turno, vessato da bambino, cresciuto quindi con l’odio verso l’umanità, ma forgiato nel mito della gloria zarista (cesarista) – anche se, nazisti dell’Illinois a parte, in questa triste vicenda non è chiaro dove e quali siano – cattivo da manuale, villain paradigmatico, tanto che quelli dei fumetti, al confronto, paiono sbiadite, scolorite figurine. I buoni – o i buoi? – nel frattempo si riuniscono per parlare di pace a Versailles, con tanto di banchetti e foto ricordo, mentre la gente muore, di bombe e di fame; a Versalilles! Peccato sia assente, per superiori ragioni, il Principe di Metternich.

Forse, sottolineo forse, dovremmo domandare e domandarci – esigendo risposte – ‘cui prodest?‘: quali soggetti stanno traendo e trarranno i massimi profitti da questa ennesima, immane tragedia della stupidità umana? Tutto, ammettiamolo, con beneficio d’inventario, anzi, asinario: avremo almeno a disposizione consulenze circostanziate esaustive e intelligenti.

Tornando al nostro vero eroe, il Contadino, poeta della Terra:

potresti, con spocchia professorale, spiegare in tono accademico quanto sia buona e gustosa l’arancia in insalata, ma lui ti sconfiggerà dicendo, non solo che lo sa dall’alba dei tempi, ma che essendo lui costretto a coltivarla e a raccoglierla per pochi centesimi bucati, non guadagna abbastanza per acquistare il pane:

un’insalata senza pane è un insulto, una bestemmia, una delle tante, contro la dignità umana.

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