Maschere

Dalla sahariana alla saurana il passo non è breve – importante non sia greve – ma non possiamo escludere il felice connubio.

Non è breve, né semplice imprigionare, imprimere i riti tribali, folkloristici, pagani sulla pagina o nella rete, ma tentare di capire potrebbe coadiuvare i nostri conati di sopravvivenza, il nostro vile annaspare.

Potremmo affidarci al Rolar, nome dal suono quasi onomatopeico di qualcosa che ruota, composto dalle roln, sfere di bronzo, il cui rumore serve ad avvertire il popolo: prepararsi a combattere contro gli spiriti malvagi, mascherarsi per fronteggiarli, esorcizzarli, debellarli; fino alla prossima Rumble in the jungle, rissa nella giungla, perché la vita è anche spesso combattimento. In assenza di un vero Re, capace di danzare come una farfalla, pungere come un’ape, siamo destinati a imparare l’arte di incassare. Almeno.

Forse per questo il vero Belfagor è nato a Sauris, al tempo dei Cosacchi in Friuli, o ere antecedenti, tanto le fonti storiche non esistevano, mentre abbondavano incursioni predatorie e invasioni, non solo barbariche, talvolta con il pretesto della modernità e della civilizzazione.

Quando smarrisci il sentiero, se riesci ad alimentare la fiamma dello stupore e della meraviglia, puoi giungere a scoprire un Eden. Sarà poi tuo libero arbitrio optare per conquistare la cittadinanza o tornare alle vetuste, rassicuranti quotidianità. David e Fulvio, principi delle erbe officinali di Zahre/Sauris, salvano il mondo ogni giorno, in silenzio, con semplicità. Senza fronzoli, senza inutili rivendicazioni, senza esibizionismi, vegliano sulla valle e sui monti, sull’ecosistema indigeno e sulla biodiversità, coltivando non solo erbe e fiori, ma bellezza. In compagnia dello sparviero, regale signore dei cieli e della cagnolina Rabbi si prendono cura dell’armonia, principio primo dell’universo, accogliendo e ritemprando viandanti stanchi e smarriti.

L’acidità, la temperatura e l’inquinamento dei mari terrestri sono aumentati in progressione esponenziale nell’ultima secolo, molto più di quanto accaduto nei millenni precedenti, eppure, non avendo esperienza quotidiana del fenomeno, fingiamo che questo non esista o non sia un problema urgente che ci riguarda da vicino. Come scrive l’autore Francesco Piccolo, le pratiche per salvare il pianeta sono faticose, le cattive pratiche ignave cui siamo abituati sono comode e semplici. Nessuno finora è mai stato incriminato per ecocidio, né per deturpamento del futuro.

Per scongiurare l’olocausto globale, temo – senza eccedere, né indugiare in pessimismo cosmico – non basterà neppure la maschera del Belfagor saurano.

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