non rammento rammendo mondo più la mente:
il dubbio colpisce in piena fronte gli intelligenti o gli imbecilli? entrambi, per ipocrita par condicio (sine qua non, siamo qua noi).
Il Dubbio è un tarlo, un’auretta gentile assai (tanto onesto e tanto gentile ei appare quando tormenta altrui teste coronate) un influencer molto virale???
Un grillo grilletto grullo parlante?
Se il dubbio è un’Arte, un manuale di tecniche penali per irrorare e/o depotenziare un interrogatorio durante un accanito dibattimento in aula giudiziaria, io cosa sono?
Un artista, lo escluderei a prescindere; un artigiano? un magistrato del … dubbio? un imputato reo con fesso (sempre, me medesimo) che più reo confesso non si potrebbe?
Gianrico Carofiglio, nella audace virtuosa felice transizione da magistrato a romanziere, ha scoperto che, come ogni aspetto della vita, anche le realtà dei tribunali (soprattutto italici, siamo o non siamo i campioni indiscussi e indiscutibili della commedia dell’arte e della sceneggiata?) sono autentiche entità letterarie, romanzesche.
Noi siamo le nostre parole, le nostre storie, anche quando diventiamo testimoni inconsapevoli della nostra stessa esistenza.
Una spola eterna, un eterno traghetto, navetta parlamentare tra commedia e tragedia, con repentine tracimazioni nella farsa, eppure sempre narrazioni ad alto impatto emotivo, senza motivo, empaticamente irresistibili.
Un panegirico (a colazione: pane e girico?) virtuale per chiedermi con angoscia, roso dal tarlo del dubbio (i tarli non sono in fondo dei buongustai che aggrediscono mobili antichi di legni pregiati? un’altra stagione, l’ennesimo dubbio per me) se chiudere o insistere con questo blog:
nato in una fase molto precisa, la 1 della pandemia tricolore, come sorta di diario di bordo virtuale, per donare forma ai miei fantasmi interiori, alle mie più arcane (ar cane je vojo un sacco bene) recondite inconfessabili paura ansie farneticazioni.
Lascio o raddoppio? Chi si astiene dalla scrittura è un gran ??? Presidente del Borgorosso Football Club, aiutami Tu!
Quadernaccio della Quarantena, progetto (troppo aulico e vanitoso, meglio: iniziativa estemporanea) tormento del momento:
sperare in un secondo confinamento per fornire ossigeno inspirazioni ispirazioni a uno spazio virtuale o liberarsi in un’unica cliccata devastante di un fardello bordello emozionale brandello personale già vetusto frusto ingombrante?
La Setta (letteraria) dei Ciechi vuole distruggere la Realtà, sostituirla con quella immaginifica dei romanzi più celebri, inverare in questa nostra dimensione attuale i delitti più e ferrati della Letteratura: Vince Corso, biblioterapeuta (non nel senso che cura i Libri, ma aiuta le Persone a curarsi attraverso la lettura) nel drammatico confronto notturno y final al cimitero a cattolico di Roma, riuscirà a imporre il sopravvento il sottovento la sottocoperta della Vita reale o i fanatici della cultura malata instaureranno la loro follia?
Io dove mi colloco, cosa c’entro, se mai fossi entrato?
Chi legge vede e chi scrive è cieco? Dubbi a piramide di San Paolo, nell’anima piramidi che contengono l’Universo; senza limiti e ingannevoli impulsi distrazioni divagazioni esterne potrei rivelare a me stesso i segreti del Cosmo della Cosmogonia e i rimedi alla CosmoAgonia.
Quadernaccio sì, Quadernaccio no, Quadernaccio forse? Il mio è scetticismo metodologico o c’è del metodo nel mio infinito dubitare?
Prova del fuoco, legge del taglione.
Ordalia (orda lia, or Dalia, signora Lia), Rasoio di Occam (affilatissimo), popperiano falsificazionismo (negazionismo? no, grazie ci esonda dai padiglioni auricolari; meglio la banda degli onesti falsari di Totò).
Concludendo, caro Cartesio, con il tuo Diavoletto galleggiante, tu vorresti convincermi che il primo passo per la sofia empirica starebbe tutto nel riconoscere ciò che è evidente: sì, è una parola!
Gnoseologico sarà lei, evidente a chi? Gnoseologismo neologismo neo auto scetticismo.
Alla fine della fiera del nord est, contengo più moltitudini dubbiose che pria e sono costretto a concordare con gli Autori della serie Dark: Alfa e Omega non sono punti agli antipodi, spesso coincidono.
Come nel gioco dell’Oca, riparto dal via: cancellare o perseverare?
p.s. ‘Ocotto’ era l’aspro rimprovero che il leggendario Don Mario Mosca, sopraffino conoscitore e docente di Lingue morte (Greco e Latino), rivolgeva agli studenti che non si erano preparati per la lezione.
Temo di essere rimasto Ocotto…
Il colpo d’occhio è stato vedere una maglietta. Sull’essere oco ti lascio questo omaggio
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Grazie!
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🙃
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Le Oche del Campidoglio in versione psichedelica sono perfette per il mio stato mentale!
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Bene! A me loro eccitano sinapsi. E poi mi fanno anche un po’ ballare, lo ammetto
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