Pagina del Rebus più grande del Mondo: l’Umanità.
Servirebbe a illuminare se non la soluzione almeno i contorni, i profili, le sagome – che sagome, questi bipedi! – una storiellina sufi (tutti saprete chi sono i monaci sufi, giusto?) su angeli e demoni, no mi correggo se sbaglio, e sbaglio alla grande immodestamente: un diavolo e un demone a passeggio vedono una scintilla di Verità cadere dal cielo; subito un uomo si precipita a raccoglierla e resta affascinato dall’intensità e dalla pura chiarezza della luminescenza di quel frammento cosmico; il diavolo, il povero diavolo, chiede al demone se non sia almeno in parte preoccupato; il demone con tranquillità, quasi noncuranza, risponde che davvero non serve agitarsi né allarmarsi perché in breve tempo quell’uomo e i suoi simili trasformeranno la preziosa scintilla in un opprimente dogma.
Cosa dovrebbe insegnarci questa parabola, della scintilla di Verità? Chiedetelo ai monaci, cribbio, già non decodifico me stesso, non pretenderete che vi offra – a gratis, tra l’altro – interpretazioni e risposte alla complicatissima realtà circostante; anzi, realtà multiple per universi multipli.
Il multiplo dell’Universo quale risultato finale ottiene? Mistero. Non dite infine che manco di generosità: al rebus ho aggiunto con solare munificenza anche un fantastico mistero, per tacere discreto dell’enigma, ma mastico poco il francese. Pardon.
Su Marte c’è o c’è stata vita? Vita sempre secondo la nostra logica limitata terrestre, secondo, ma prima e soprattutto dopo, ci sarà tantissima Vita, infinite forme di esistenze che i nostri piccoli occhi mortali non vedranno; comunque, dai laghi essiccati, ai rettili mutanti e camaleontici, a incomprensibili onde radio, anche Marte nonostante l’invasione delle nostre ultra sonde e ultra robottini esploratori del Cosmo, resta un mistero inesplicabile. O si tratta di un enigma, magari un rebus, però universale?
Quante dosi, figliolo? Non si fa in tempo a creare una santa religione dopo opportuna costruzione di un Dogma del Siero miracoloso – tanto che San Gennaro ha tuonato come fosse un vulcano presso le sedi competenti – che i soliti scienziati idolatri, ma scaltri, hanno già cominciato a mettere in dubbio l’efficacia dei portenti contro le varianti con inziale Delta: serviranno nuovi, innumerevoli, periodici rinnovi del patto con il Demone di cui sopra e con le sue arti cerusiche. Chi sopravviverà, vedrà. Forse, crederà, convertendosi, non necessariamente in questo ordine di cose, pensieri, parole, azioni e del Mondo. Enigma.
Nel Mondo Prima, nelle arti e nei mestieri, esistevano codici deontologici, forse fallaci, perfettibili, talvolta ipocriti, poco critici molto falsi, per tutelare dignità e riservatezza, diritti umani inalienabili delle Persone coinvolte; oggi, i fabbricanti e gli spacciatori di narrazioni della presunta realtà non esitano per qualche oncia d’oro in più, a spiattellare rivelare gettare in pasto al pubblico più belluino e delirante, i dettagli più delicati di ognuno, meglio se attinenti a morbosità efferate su casi umani o che vedano come vittime Bambini; da deontologia a scelta dei deodoranti da supermercato, per coprire gli effluvi maleolenti, della a moralità, della ferocia mentale, della assenza, di umanità in primis.
Vorrei deambulare allegro per i 62 chilometri di portici – patrimonio artistico dell’Umanità – del centro storico della dotta godereccia Bologna, trastullandomi con l’ascolto di filosofi illuminati che discettano di pandemie virali e virologi certo competenti in qualche materia, mentre con passione discutono di Heidegger ed esistenzialismo; vorrei essere lieto come un Arcobaleno che in un baleno allieta e fugge via; vorrei che i miei pensieri fossero sempre liberi e vagabondi nel Cosmo, come frequenze di Radio libere e ribelli degli anni ’70, del 1900.
Riuscirà l’Uomo, giunto all’ultima missione, a svelare il mistero, sciogliere l’enigma come fosse il Nodo laocoontico o gordiano – meglio senza spade, anche se ne ferisce più la tastiera che la catapulta – a risolvere il rebus più grande del Creato?
Forse, ma a spanne, sarebbe meglio si astenesse, sportivamente. Pellegrinamente, come una Nuotatrice olimpica che dopo 20 anni dedicati alla disciplina e 5 finali olimpiche, percorre l’ultima vasca della carriera con gioia serena, con gratitudine:
sorridendo a ogni bracciata.
Belle riflessioni e stupendo accenno finale a una grande donna
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