Stress Test

Pagina del test, stress test.

Vita nova nel novo mondo, quello del dopo, pieno di stress, riservato non più a colletti bianchi in doppio petto e cravatta, esteso democraticamente a tutti – lo stress, sia chiaro, non lo stipendio: non venite poi a manifestare con cartelli – carrelli del supermercato, sempre utili – contro qualche regime, immaginario, perché si sa, la dittatura peggiore comincia sempre dentro noi stessi.

Diceva un vero guerriero: l’arma più potente nelle mani degli oppressori è la mente degli oppressi.

Stress test, da non confondere con lo strass, anche perché sono anni che dalla scalinata in piazza di Spagna, non scendono dive né si arrischiano donne, sotto stelle spente o accese. Todo modo, stress strass sempre di roba e ambiente sintetici si tratta.

Siamo tutti un grande popolo di crash test dummies; avete certo contezza dei dummies, simpatici – magari vagamente anonimi e impersonali – manichini, utilizzati dalle grandi aziende automobilistiche quali cavie all’interno dei nuovi veicoli in produzione, per verificare la sicurezza del mezzo. Spesso – poveri inanimati fantocci – sono destinati a una fine nota, non per questo meno orribile. Davvero, non vi sentite anche voi empaticamente coinvolti, affratellati ai dummies, vittime dei complotti universali delle lobby del trasporto privato? Privato di umanità, privo soprattutto, non schivo nemmeno boschivo, ma temo si fatichi ormai a cogliere differenze sfumature peculiarità.

Per un dummy, scarto della cruda truce realtà, il domani può riservare solo sfracellamento o terribili mutilazioni permanenti, per lui il futuro è un terno al lotto; avete mai tentato la sorte, gentili bipedi, all’Eterno al lotto, quello al banco del?

Il Medioevo è trandy, è fico, è sexy: talvolta, mi chiedo come mai non mi abbiano conferito ancora medaglie d’oro al valor civile, per tutte le vite che ho salvato dalle stragi, stragi che vorrei commettere quando leggo o sento sedicenti scrittori/letterati/intellettuali/giornalisti esibire la propria cultura pop, con trovate da bassissima lega markettara.

Magari vivessimo nel Medioevo o Evo di Mezzo (Tolkien docet?), anche se in fondo tutti noi viviamo sempre in mezzo a un evo, epoca di passaggio mutazioni mutamenti mormorii mormorazioni morie cambiamenti; non lo percepiamo, ma la colpa non è certo scaricabile sul periodo storico.

Se non credete a me – e fate bene! – crederete a un vero storico: Alessandro Barbero. Il Medioevo buio brutto sporco cattivo, foriero solo di ingiustizie catastrofi disgrazie, lo abbiamo inventato noi, non furono secoli oscuri, la gente, nonostante la durezza della quotidianità, non era nemmeno ipocondriaca, né attanagliata da orribili paure fobie preoccupazioni o angosce, per l’incombere dell’anno 1000. Barbero garantisce di avere recuperato contratti di locazione, sottoscritti nel 999, a pochi mesi dal balzo nel millennio successivo.

Sempre lo storico, docente/romanziere più televisivo, mediatico (a sua insaputa) del nostro strano tempo rammenta, con discrezione, che il forzatissimo parallelo tra le epidemie del Mondo Antico – la peste, non necessariamente di Camus e/o Manzoniana, in primis – e la nostra ‘adorata’ pandemia, non regge alla prova della Storia, dei concreti fatti, dello stress test: le malattie di quelle epoche uccidevano in fretta anche un terzo o metà delle popolazioni; la paura tanto evocata dai media per screditare gli scettici del siero è poco più di un escamotage banalissimo e sciatto; la vera parola chiave della contemporaneità è sicurezza, una autentica ossessione per noi ‘moderni del III millennio’.

Ogni tema, ogni argomento è stato relegato in secondo piano, a ballerino di ultima fila, a comparsa silenziosa, come quelle che magari vengono uccise o sono già morte nella prima inquadratura del film: sicurezza sicurezza, primavera di bellezza, dolce chimera sei tu. Gerarchie ribaltate, in nome di uno pseudo valore, se solo considerassimo – stiamo sereni, gente – che siamo ontologicamente imperfetti, limitati transeunti, talvolta, unti chissà se da qualche Signore, autentico però. Auspichiamo risposte affermative, astenersi da quelle positive, per evitare complicazioni complicanze condoglianze.

La gilda degli speziali fabbrica rimedi magico taumaturgici del costo di produzione pari a tre zecchini neri (di rame) a boccetta, ma li offre sul mercato al modico prezzo di 24 zecchini, d’oro: pretende dal podestà il riconoscimento araldico di benefattrice della Città.

Una cortese madama mi apostrofa: o grullo, placa il tuo vano sbraitare, quando vai dal fornaio tu te, ti lamenti per il ricarico? Replico: venerabile Madonna, Maremma benedetta, l’argomentare tuo parrebbe fuori sesto, ma se Tu sei contenta, godi e buon pro ti facciano, la focaccia e il siero miracoloso; passerò per bischero, pazienza, non possiamo tutti essere gran dottori.

Attendiamo impazienti il Rinascimento novello, l’invocato neo Umanesimo, anche se ogni umanesimo vanta il proprio neo: come il Medioevo, anche l’Umanesimo soffre di fantasiose ricostruzioni, di fama buona o cattiva più o meno meritata, più o meno veritiera.

Colombo, non l’inventore di ritrovati lapalissiani, Cristoforo, pose piede sul nuovo continente (per noi ingenui) e chiuse il sipario sul Medioevo.

Andò davvero così?

I progressi scientifici, i tumulti delle civiltà e quelli sociali, lo sviluppo impetuoso dei commerci e quindi una circolazione maggiore di denaro e ricchezze, le invenzioni rivoluzionarie chiamate sestante e bussola, arrivarono di colpo? Come colpo di teatro, per dare un colpo fatale e finale al periodo tenebroso?

Il Rinascimento, caro Leonardo, fu la coda del Medioevo, la figlia legittima e prediletta di primo letto dell’Evo di Mezzo o un’Era Intonsa, fresca di conio, di zecca, di fucina, di bottega di arti e mestieri, di narrazioni di abili poeti cantori menestrelli?

Ai Dummies questa e tutte le altre, ardue risposte; sono certo poco loquaci, però pare siano immuni, almeno loro, allo stress.

Anche senza sorseggiare Cynar.

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