Breccia Brace Braccia, sottratte al volo

Pagina di Costantino, non tronisti presenzialisti sedicenti attori presentatori, e/o affini, ma proprio Lui, l’Imperatore.

Pagina di certe donazioni, ché il dono quando è vero, non presunto desunto unto, storico o meno, prevede sempre una quantità di azione e/o di pensiero, perfino.

La polis di Costantino si regge salda sulla di lui colonna, ci mancherebbe altro; ne servirebbe una – in magazzino abbiamo scorte? – anche per l’incerto Pianeta, con multinazionali dell’inquinamento e della morte che si rifanno il trucco, fingendo di piantare alberi. Donazioni taroccate, dannazioni garantite.

Almeno, una bella leggenda, più o meno infarcita di fatti verosimili, resta una narrazione da ascoltare, con sommo intellettuale ‘godiMente’.

Atlante, nel frattempo, si è stufato: rassegnato al cospetto della nostra crassa imbattibile idiozia idiosincrasia al ragionamento, ha rassegnato le dimissioni.

La restituzione dopo quasi 5 secoli (se 500 anni sembrano pochi) da parte del Louvre dell’augusto imperiale bronzeo dito di Costantino – Valerio Flavio, ma è sempre lui, meglio abbondare con i nomi imperiali – diventa ennesimo motivo di auto celebrazioni mediatiche: epocali virali banali. Auto celebrazioni degli ausiliari del nulla, eterno.

Per inciso, il vero dito reciso era il medio, gemello antico di quello collocato di fronte alla Borsa di Milano – cosiddetta Piazza Affari (questo pazzo pazzo mondo di affari, sporchi, e di tasse inique, per allocchi) – simbologia finale e messaggi restano immutati nei millenni.

Braccia, sottratte all’agricoltura, si diceva con sprezzo del pericolo e dell’intelligenza nel Mondo arcaico, per trattare con spregio e arroganza altri simili; la prospettiva agro naturale sta cambiando, rapidaMente, giovani intelligenti hanno capito che solo rispettando amando curando con amore Gea, avranno qualche àncora di salvezza, di ormeggio alla Terra, di futuro.

Braccia, si alzavano all’unisono nel Mondo Prima, nelle strade con mille voci per cantare, dopo la riconquista delle piazze pubbliche, dove sorge splende sempre, tramonta il Sole come comanda regola dei cicli naturali, spazi per dialogare progettare, anche danzare, braccia sottratte al volo, alle camminate in equilibrio sulle acque, camminate e voli alti, grazie a mente cuore anima, senza più zavorre psico socio economiche.

Hey Gianpy, Amico mio de Roma, la zuppa calda di cicerchia con bruschette dopo una giornata in mezzo alla fresca fredda abbacinante neve umbra, sembra possa restituire vita ai trapassati e redenzione alle anime dannate; fiorirà il deserto, ogni deserto, quando impareremo studieremo riscopriremo come riuscivano in passato, nel Mondo Prima, millenni prima della sedicente modernità progredita, a irrigare immense distese di sabbia rovente.

Peregrinare nella Valle del Treja, alla ricerca di Atreju; piscine oniriche, naturali, nelle quali rinascere ricreare ri ossigenare il portentoso cavallo Artax per riportarlo sulle praterie, infinite come certe Storie; Foreste Fruscianti che non escono dal gruppo, Draghi quelli veri, forieri di buona sorte, molto più di certi biscotti, cinesi o giù di Lin; Acque chiare fresche rigeneranti, Turris Eburnea da scalare, ma per dialogare con Principesse, finalmente poco riottose, zero influencer di masse bovine anestetizzate.

Hai mai assistito alla fioritura delle lenticchie? Caleidoscopio magico, senza zampone, senza puré di patate o mele, con il Sole, anche quello di Mezzanotte; hai mai assistito al salvataggio di un candido Cigno femmina da un anfratto fluviale periglioso? Il Cigno suo compagno nuota in apprensione, fedele e inamovibile accanto a Lei, mentre i Vigili del Fuoco si prodigano meritoriamente per salvare e tutelare due vite, magnifiche.

Magnifici anche i VF, non solo di Viggiù.

Come cantava il Poeta, maledetto:

voglio un finale che non faccia male, con mani lavate, ma cuori sporchi, togliamoci le mascherine e baciamo tutti insieme il Colpevole; denunciamolo condanniamolo, soprattutto se dovesse dire, si facesse sfuggire, spiattellasse, anche senza terzo grado, la Verità.

La Breccia pia cova sotto la cenere: attenzione alle scintille di repubbliche laiche all’apparenza spente, attenzione alla corsa travolgente, dei Bersaglieri.

In hoc signo vinces, ove il signo, come digitato sopra, è sempre, platealmente – al netto delle eventuali accuse di blasfemia, respinte ai mittenti – il medio, perché in medio dito stat Virtus.

In attesa di recuperare l’uso libero delle braccia, finalità:

Volo.

Cime e tempeste

Pagina delle Cime, tempestose; non trascurando, né sottovalutando, quelle di rapa.

Rapa Nui e i suoi faccioni; Raperonzolo forse era una principessa, non in attesa di principe (o con nodoso mattarello occultato nella veste purpurea del Cairo); rapper ormai fuori moda fuori tempo fuori classifica, ché anche parole e loro connessioni sul mercato non acchiappano più, né like, né acquirenti.

Cime in tempesta di Alberi, fusti alti, alti fusti, rami, un tempo si stagliavano imperiosi contro il Cielo, oggi somigliano a braccia e mani imploranti, protesi arboree di questuanti, postulanti che non emettono postulazioni dotte, ma invocano pietà: le bestie umane, mentre insistono a fabbricare ributtanti campagne markettare su inesistenti transizioni ecologiche, abbattono a tutto spiano, in favore della solita schifosa economia fossile e cementizia.

Vorrei la cittadinanza onoraria di Alessandria, nobile urbe che fornì nobili natali a Umberto in arte e scienza Professor Eco, acclamato da Rose di nome, di fatto, di personalità e pendolini cosmo vaticinanti, più e meglio di quelli incerti confusi confusionari, ma divertenti, del Professor Trifone, amico del giornalista investigativo Tin Tin: con la lente deformante, soprattutto ipocrita e stupida del Mondo Dopo lo avete censurato per razzismo? Peggio per voi, ignobili fallocefali, non sapete cosa vi siete persi, cosa avete deturpato. Alessandria ironica, Alessandria davvero grande con e senza biblioteca, civica, capace con giusta distanza di dissacrare educatamente miti leggende pretesi pretestuosi pretenziosi sedicenti eroi.

Se non puoi spiegarlo razionalmente, devi narrarlo, il segreto è sempre tutto qui.

I cardini dell’Universo o Multiverso, sono ancora e sempre: atlantismo – Atlante resisti, non scrollare le spalle, Ti prego, almeno Tu nell’Universo; giustizia con la g minuscola, minuscola essa stessa, ridimensionata a beghe bagatelle di cortile tra comari non solo chiozzotte; Ambiente, il quale, come quel facoltoso veterano in punto di morte, mentre parenti più o meno prossimi, più o meno stretti, bisticciavano al suo capezzale per spartirsi l’eredità, in punto di orgoglio e di trapasso, disse: “Facciamola breve, datemi i calzoni, al Camposanto vado da solo!”.

Si sciolgono i Poli – non quelli del politicume italopiteco, purtroppo – si sbriciolano Ghiacciai e Montagne, però, come diceva il grullone toscano “state sereni”, nel 2050, o giù di lì, noi non ci saremo, ma avremo annullato ogni emissione, missione marziana, massone complottardo dinamitardo. Evvai!

Oggetti battono uomo più esseri viventi 10 a 0: 0 in condotta esistenziale per l’uomo che nel Mondo Dopo ha raggiunto il mesto traguardo di soffocare il Pianeta con miriadi di cose per la maggior parte inutili, però dannose, continenti di plastica tossica alla deriva nei Mari, automobili arrugginite, aerei dismessi, infiniti dispositivi elettronici accatastati alla rinfusa ovunque; tutta ‘robba’ (i Malavoglia e l’ossessione per l’accumulo) con obsolescenza programmata, non con smaltimento incorporato. Ottimo lavoro, uomo. Verrebbe da esortare: continua così, ma la sensazione è che la pacchia cominciata dal duo kriminal Margareth/Ronald sia giunta davvero ai titoli di coda e nella coda, si sa, c’è sempre il veleno, quello più letale, l’ultimo.

Sempre per la losca tradizione ‘vai tranquillo’ ché tanto l’ultima campanella trilla per tutti: potremmo affidare la distribuzione dei magici rimedi a giganteschi vaccinodotti planetari, le infrastrutture esistono – idea geniale non mia, di Massimo Bucchi, intellettuale figurAttivo – badando però a non scadere nel rischio di variante, bulgara.

Ipotesi alternativa: fondare l’ultimo grande partito di massa, Prima le Cose, considerato che sono in schiacciante maggioranza sul Globo; ipotesi alternativa bis, farebbe molto trend topic: l’elisir traumaturgico sia totale appannaggio – per menti appannate, imbarazzo della scelta – di chi lo troverà, custodito in un antico forziere, su misteriosa arcaica isola, non segnata su mappe di pergamena, sconosciuta perfino a Gogol Maps.

Può cominciare quest’Avventura andremo là, andremo là nella Natura, il Capitano Flint sorride a tutto sprint, forse il tesoro sta sognando già;

(L’Isola del Tesoro, Lino Toffolo)

scoprire, infine, che si trattava di una beffarda burla – forziere vuoto e/o inesistente, già trafugato – tipico divertimento di pirati corsari bucanieri, o peggio, verificare su sé stessi, con imbarazzanti effetti indesiderati, che l’agognato farmaco è solo una potente mistura tra dolce Euchessina, il confetto Falqui – basta una parola e sarai evacuato – e le salvifiche gocce di Guttalax:

se non debellerà l’idiozia, almeno purificherà gli organismi.