Ombre lunghe (e Lautrec?)

Pagina delle ombre lunghe – mai allungare l’ombra (a nord est sanno perché), soprattutto quella di nero – e delle ragnatele, sofisticate architetture realizzate dagli Aracnidi, forse gli stessi (immaginari) che tormentavano Toulouse Lautrec durante i suoi deliri etilici.

Frequentare antiche case chiuse da decenni – nel senso di dismesse – abbandonate per incuria, consegnate al degrado: quanti rudinassi – tradotto: ruderi – si potrebbero salvare, con accurate amorevoli ristrutturazioni, donando nuova vita agli edifici e alle comunità.

Esorcizzare o celebrare, rogo delle fobie e delle vanità – anche delle vacuità, già che ci siamo – o estasi, nirvana delle nostre paure, limiti, insicurezze più recondite, inconfessabili? Sfruttare la Luna e le sue fasi, razionare, razionalizzare l’acqua sempre più preziosa e soprattutto i falò: per una volta, impegniamoci ad evitare una delle piaghe bibliche estive.

Migrare in fondo è vivere, la nostra natura è migrante: se non fossimo geneticamente progettati per i cambiamenti, non esisterebbero le farfalle. Partire, qualche strappo in salita, talvolta, non è solo fatalità, ma necessità – individuale e collettiva – viaggiare intorno al mondo, nell’universo, non a bordo della solita, consunta navicella siderale, ma con l’onnipresente fidata bicicletta velocipede, quella con le ruote lenticolari: lenti per osservare meglio i dettagli – la bellezza – ruote che contengano lenticchie e pan di via, per l’opportuno, necessario sostentamento.

Sulle sponde amatissime della Via Lattea, mulini a vento solare e tulipani bianchi, non per razzismo cosmico, ma per sintesi finale dei colori di ogni genere, specie, pianeta.

Satelliti naturali, a migliaia, satelliti non in senso latino – schiera ristretta di mercenari a protezione del o di un dominus, uno qualsiasi purché munifico – ci osservano dall’alto per una visione ampia e completa delle cose; ombre lunghe inevitabili durante il primo giorno d’Estate, solstizio, giorno più lungo dell’anno con luce solare persistente. Giornata torrida afosa, anche senza indurre sé stessi in tentazioni pericolose, pensando ad alcove lascive. Quanto sono belle le Donne d’estate, mentre sfrecciano allegre in sella alle loro biciclette, indossando freschi abiti con motivi floreali, floreali Loro, in primis?

Da etimo latino (ancora?), latineggiante con latinorum, il solstizio è il sol dell’avvenire che si ferma (speriamo di no), ma la data in cui avviene il fenomeno si muove, muta, non rimane mai la stessa.

Stonehenge o Pantheon? Per tacere dell’innominabile – in questa mesta temperie – Russia, tra balzi sopra i falò propiziatori e dispersione di petali su chiare fresche dolci acque fluviali.

Dimmi, opta con chi e dove trascorrerai questo percorso quotidiano e forse saprai chi sei:

magari solo per le prossime 24 ore, mai senza gli occhi stra allunati dei Bambini e degli Artisti come Lautrec, capaci, loro sì, di viaggiare, immaginare, creare altri Mondi;

forse migliori, almeno per un giorno:

quello più luminoso.