Aveva un nome nel mondo prima, prima della grande reclusione. Ora tutto era imbozzolato in una tiepida foschia, umida e tenace. Aveva dimenticato anche quello.
I nomi sono pericolosi, determinano identità, stabiliscono destini, parabole in grado di compiere tragitti impercettibili, ma costanti, inesorabili, che tornano sempre al cospetto dei legittimi proprietari per il redde rationem; al cospetto anche dei trasportatori sani e ignari di nomi, senza colpa originale, senza colpa, senza colpa.
– Le scale… devo percorrere le scale, bruciare pensieri e tossine, tre sei nove… no no… attento idiota, concentrati! dal basso – tre nove sei, tre nove sei… dall’alto, sei nove tre, sei nove tre – ancora! più rapido, anche di corsa, non fermarti, stupido! anche al buio. Il buio avvolge, il buio abbraccia, il buio è bello, è sano e buono, il buio salva. Il buio non confonde come il mondo fuori, il mondo prima: un caleidoscopio con troppe luci, troppi colori, troppi rumori, troppe persone.
Troppe verità, troppi attriti, urti fisici di particelle che si sfregano una contro l’altra peggio di cartavetrata, troppe scelte… – Le scale, su per le scale, adesso scendi, senza rifiatare, intossicato di acido lattico, e di nuovo in salita, questo è ora il tuo dovere, il tuo compito, l’imperativo indifferibile, solo questo, senza pensare, senza più pensare, soprattutto alle persone. Le persone fanno male, sono il male, ogni persona una verità, ogni persona decine centinaia di verità, in contrasto in contraddizione tra loro, ogni persona migliaia di opzioni senza logica, ogni persona scenari mutevoli cangianti insidiosi. Ogni persona una sfida, guanto che prima o poi ti sferzerà la faccia, ogni persona un’intricata foresta di mangrovie tropicali, labirinti senza uscita con dentro Minotauri assassini, ogni persona un Everest – altro che scale – di cocci di bottiglia dove luce e immagini si scompongono, da scalare a mani e piedi nudi, disarmato, ogni persona…
Dove sono le persone? Erano miliardi, prima. – Le scale, inutile mollusco, le scale! Non ammettono distrazioni, sono solide, basi sicure, piccoli appigli di certezza nelle tenebre. Il buio amico copre meglio del mantello dell’invisibilità, protegge, il buio è sempre e solo il buio. Non inganna, non tradisce, coerente a se stesso.
Le scale…
Le persone, c’erano persone prima? Dove sono tutti?