Un quadernaccio che nasce così, forse abbandonato da qualche dio minore di passaggio, in volo radente e frettoloso. Senza capo, né coda. Senza alfa, senza omega. Piovuto di notte, forse scagliato sulla Terra. Forse disperso nel cosmo, biblioeternauta. O già occultato tra le crepe dell’esistenza. Estratto quasi intonso.
Si è immolato per essere crivellato da parole, possibilmente umane. Senza senso, senza canovaccio. Pagine alterne alternate alterate stralunate bislacche, solo questa la regola. Pagina bianca, pagina scritta.
Pagina bianca, pagina delle infinite possibilità, degli orizzonti nuovi o dei nuovi occhi per riscoprire orizzonti mai tramontati, per concedersi una speranza una sosta molta comprensione, per lasciare un pertugio alla Vita: alle sue sorprese, alle sue leggi, ai suoi scherzi degni di Messer Carnasciale, alle sue correzioni da maestra, ai suoi doni e ai repentini mutamenti di rotta.
Grazie Pagina Bianca, grazie Quadernaccio.
Le risposte saranno sempre solo l’ombra delle Verità.