Pagina del negazionista disorientato, pagina di chi, negando sé stesso, si afferma: quale negazionista di prima classe.
Negarsi al telefono, alla porta, alla rete: magari!
Negare annegare, gare di ne, né, n’è?
Mare portami lontano a naufragare, via da queste sponde, voglio davvero annegare?
Se nego, affermo con più forza o il suo contrario? Bastian contrari e sinonimi, esiste un dizionario dotto da consultare mangiando sgranocchiando impastando crusca?
La confessione mente, la menzogna confessa sempre, la negazione cosa fa, temporeggia?
Bastiani eterni martiri trafitti da frecce direzionali, bastioni dietro cui arroccarsi come negli Scacchi in cerca di nuove Regine, bastoni se poi sono coppe e denari, meglio ancora, anche perché in attesa perenne di ristori e ricoveri, sarebbero grasso che cola, briciole della realtà.
Negare tutto, negare sempre, negare soprattutto l’evidenza l’evenienza per convenienza; davanti ai magistrati inquirenti, ovvio, ma anche al cospetto di furiosi amanti fiammeggianti, al cospetto di circostanze sgradite, davanti allo specchio nel quale siamo imprigionati o del quale siamo solo riflettenti.
Dura vita per i negazionisti – di cosa di come di perché – da quando media ufficiali, quelli affidabili e iper professionali, e super scienziati, con nelle tasche dei camici mille splendidi Soli, verità a buon mercato, anzi da piazzare sul mercato al peggior offerente, mentre il sofferente povero si arrangi, hanno deciso di mettersi in proprio;
fanno tutto loro e ai derelitti negazionisti, già esposti allo stigma popolare mediatico e all’incombente incipiente infiammabile rischio rogo, sottraggono perfino il divertimento di negare;
scienziati, ingegneri genetici, giornalisti, liste di giornali, affermano e negano, confutano tutto e il suo contrario, nello stesso medesimo istante; va bene che sono bravi, ma così non è davvero troppo?
La panacea miracolosa è efficace al 70% ma assumendone – a tempo determinato o indeterminato? – due o tre dosi; se la dose è mezza, come aperitivo prima dei pasti, l’efficacia sale e non fa più male. Come dicevano i saggi sui seggi delle curve calcistiche, fuma sano fuma solo pakistano, ma queste sono antiche altre storie ormai scomparse, anzi incenerite;
il vate locale indigeno anche un po’ autoctono, non si fida dell’incantesimo di protezione e quindi deve essere condannato, ma se lo stesso concetto viene espresso dagli impiegati tecnocrati dello zar, con tanto di editto letto approvato bollato con sigillo scarlatto imperiale, tutto va bene madama, la madama, madamigella marchesa.
Nego tutto il contenuto di quanto ho detto fino a qui, la forma è sostanza e dunque nego anche quella; i miei social sono gestiti da un segretario inaffidabile, quelle sciocchezze le avrà digitate lui; la risorsa inumana nega circostanze addebiti stanze di chat? Farabutto. Lo rinnego.
Condannare i negazionisti, ma perché? Vostro onorevole onore, da quando è nato il mondo, le mamme psicologhe, sociologhe, pediatre garantiscono che esistono i no sani, necessari, importanti, gli indispensabili no che fanno crescere.
Dunque, lasciate che i negazionisti vengano a noi, al nodo di Gordian, al cuore ottenebrato della società: grazie ai loro no a tutto, garantiamoci finalmente, dopo 20 anni di crisi globale, una crescita esponenziale, del pil, tricologica, dei trigliceridi, dei tricicli; purché sia crescita!!!
Una povera cavia, dopo tre giorni sotto lampade uva, afferma spontaneamente: mai nutrito dubbi sulla bontà del rimedio. Effetti collaterali? Nessuno, il terzo occhio sulla mia fronte è solo il bernoccolo della saggezza.
Confesso la mia fede incrollabile in Calimero, pulcino piccolo e nero, in Topo Gigio e nel draghetto Grisù.
Sogno o son mesto? Ci sarà pure a Efesto una Pizia – anche una Tizia andrebbe bene – cui chiedere informazioni affidabili, senza verifica preventiva prefestiva pre evidente.
Scusi, vuol ballare con me? – Grazie, preferisco di no, sono negazionista del casquè e di tutto quel che segue; certo, se lei, audace e imprudente, mi proponesse un Kriminal Tango…
Andrà tutto bene, peccato sia uno slogan slogato, nato morto, ma non neghiamoci un po’ di insana Consolazione;
orsù, in cammino di buona lena, andiamo a trovare con lucciole e lanternino chi ce la dà.
Hey Joe:
John Lennon non è mai stato ucciso e vive dall’otto dicembre 1980, insieme a Yoko Ono, nella villa dell’androide replicante di Paul McCartney!