Pagina della Star Magnetica.
Non si tratta di una Diva del Cinema – esiste ancora? – dallo sguardo e dalla personalità magnetiche (magne de che?), o di un dado per il brodo, con effetto collaterale connesso alla propria natura biodinamica: può aderire perfettamente ai metalli e ai portelloni del domestico frigorifero, o anche del domestico umano, se possiede qualche parte del corpo poco bio logica.
Un bando per il neon, illuminazione cittadina, o per il bandoneon di Piazzolla, Astor splendente per gli Amici e gli Appassionati del Tango; nuevo tango, tango del nueve – neve? – falso nueve, chiedi chi era Hidegkuti, se mai qualche musicista dedicò un romanzo musicale al primo vero centravanti tattico della Storia: l’Ungheria era arancia meccanica d’oro molto prima di Kubrik e Cochise, pardon, Sandor Kocsis il gemello d’attacco, sui campi del mondo ballavano il paso doble con cui ammaliavano confondevano ipnotizzavano gli avversari.
Nandor e Sandor, quasi Nando&Sandro, non partenopei, magiari. Anche se nessuno fu più umano e generoso di Iezzi Marcello, gigante non buono, buonissimo all’ennesima potenza.
Tangazo, Tango e Rabbia, Libertango, per liberarsi dai demoni benefici, dagli angeli malefici o per salvarsi nel modo più intelligente, quando ogni via ogni piazza ogni sentiero sono preclusi, poco preclari: soccombendo. Colare a picco con dignità, la fine è sempre nota, si conferma la parte più importante della Recita.
La superiorità della civiltà occidentale è indiscutibile, nel predare risorse, vite, arte. Arte delle civiltà africane perdute come l’arca dell’Alleanza e non basterà Indiana Jones o suo padre, per ristabilire verità e giustizia, quando in un immondo immenso lavacro della coscienza crediamo di sdebitarci svendendo a dittatori sub umani armi e scorie tossiche in cambio di gas e petrolio, per contaminare ancora un po’ la Terra comune. Potremmo cominciare smantellando certi musei della brutalità, più che templi della cultura, mausolei che sono come confessioni dei nostri indecenti trascorsi: custodiscono i bottini di secolari violenze e dei nostri mai abiurati crimini coloniali. Dovremmo restituire reperti, manufatti, opere ai legittimi proprietari, per cominciare, con mano e piede giusti.
Librare libri sull’altare del markenting carnascial natalizio ci renderà liberi? Libri da asporto, da banco, al taglio, sfusi, impacchettati, un tanto al chilo, freschissimi anche quando soffocati. I veri libri sono come Elsa leggendaria Leonessa, nati liberi, anche quando generati al servizio di una o molte idee. Libri di uso e consumo personale quotidiano, cercare risposte tra le righe e trovare piramidi di nuove domande, ottimamente edificate però: mai riposte, all’ombra della concatenazione delle parole. Assembramenti di parole e punteggiature, volteggianti svolazzanti danzanti con congiuntivi e libere con il condizionale, sono ammesse anche dai dpcm che fuggono e si dileguano negli anfratti della notte. Libri per puntellare mensole tavole mobilie instabili come le nostre menti, senza più punti cardinali, né vescovi geo fisico politici, magari umanitari per buone pratiche dopo aver esaurito le scorte dei consigli. Sostieni anche Tu un libro, non sarai Pereira, ma un titano bonsai in missione per conto degli dei della filiera della Cultura, Cultura della Filanda libraria a 0 km, per tessere identitarie umanitarie, per tessere visioni lasciando in pace i Visoni, per tessere bandoli invisibili deponendo bandoliere, tessere trame d’infinito e di futuro, compreso il Capitano dalla tuta spaziale azzurra.
Individuata nel firmamento una stella con forte rotazione – perché anche alle stelle girano le orbite – vi siete mai chiesti cosa accadrebbe se fosse colpita da collasso? Le Stelle collassano, i mondi collidono, i corpi, celesti, talvolta collimano, mentre Callimaco il cirenaico compone epigrammi con la luce di stelle spente; resta siderale il suo insegnamento: grosso libro, grosso guaio, anche senza transitare per ChinaTown.
Siamo piombati in un buco nero, mani e piedi, ci vorrebbe una via Lattea per tornare a rivedere le Stelle sopravvissute, ma ci preoccupiamo perché qui dentro tutte le nostre card, anche l’asso nella manica, sono smagnetizzate e poi non c’è campo, di addestramento, per lo smartphone; avremmo potuto chiedere a lui la soluzione di tutti i problemi.
All’ufficio oggetti cosmici smarriti, una ressa disordinata, un assembramento, una accozzaglia di genti senza alba, orfane della Stella d’Oriente.
Non c’è campo da perdere per i mobiles, ma un campo magnetico di forza spaventosa, 1011 Tesla e temo non si parli di auto ultimo modello per radical chic in cerca di nuove emozioni. Quelle antiche sono rimaste tutte nel Mondo Prima.
Cos’è dunque questa Magnetar, questa crisi, anzi questa crasi tra Magnetic e Star? Chiedetelo agli Scienziati, ai Fisici interstellari, agli Astronomi.
Le voci incomprensibili, i suoni indecifrabili, le monotone frequenze che ogni tanto captiamo dallo Spazio profondo sono i lamenti del Creato al cospetto della nostra dabbenaggine?
Speriamo con forza gravitazionale – salutando con un inchino Darth Vader e ogni lato oscuro che regala turbamenti – miliardi di volte superiore a quella terrestre che Tsunami cosmici, Stellamoti e Bombe relativistiche siano più benefici e/o intelligenti delle nostre armi di distrazione di masse, oscure.
Abbiamo dentro di noi il caos adeguato per partorire stelle, forse perché dalle Stelle giunsero le particelle che diedero forma agli umani terrestri; una volta decomposti, torneremo nell’Immenso grembo siderale. La stella più luminosa non è solo e sempre la più vicina – potendo contare su un buono giusto opportuno blackout – ma anche quella che ci abbandona per prima. Ritrosa, vanitosa, egocentrica.
Come chiesto da Bukowski, sto forse parlando di Amore e Stelle? Siate magnami, abbattetemi. Per fortuna sarà la nostra stella Sole a inghiottirci, attenzione alle indigestioni.
Per non sapere né leggere il Cielo, né scrivere con la polvere di stelle contenuta contenta continente nel calamaio, per quieto poco vivere, non urterei la suscettibilità della nostra vicina di galassia, la capricciosa, iper cinetica: Magnetar Swift J1818.0-1607.
Mag Swift, a new Star is born: off Hollywood.