Pagina degli Armonici, mnemonici integrati, più o meno.
Dotti o sapienti, sapientoni o sapientini? Sanpietrini, magnifici storici, talvolta disconnessi. Crateri urbani, geofisici, mentali.
Memoriali, memoranda o smemoranda – Amanda – memorabili memorabilia, ma se ci affidiamo alla nostra memoria personale o a quella dell’arte imprenditoriale inventata dal nobile Aldo Manuzio, rischiamo comunque di cadere in errore.
Giornate della Memoria, ma se poi tutto è virtuale, tutto vale, niente e soprattutto nessuno ha più valore.
Memorie selettive. ché anche la Storia come la Giustizia non è uguale per Tutti. Meglio se alcune Verità restano quiete sotto i tappeti, non necessariamente persiani e volanti, o dentro pozzi, non sempre artesiani a regola d’arte.
Il mio cuore vibra per tutte le Memorie, soprattutto quelle dimenticate.
Memorandum, elettronico e/o cartaceo, per auto rammentarci – rammendarci anime sdrucite – che la fine è nota, sempre quella con girella, univoca questa sì, certa per Ognuno; da soli o in comitiva, identica democratica equa.
Con Ter? No mas. Contare voti, ma se non si posseggono numeri, anche le migliori alchimie evaporano.
Albe e tramonti, diversamente fiammeggianti, abili però nell’innescare forti emozioni, impressioni, sensazioni, suggestioni; suggerirebbero antiche memorie di saggezza, intorno a fuochi, fiamme di misteriose Regine evocative – do You remember Eloana, dear Umberto? -, fiamme di Megalopoli donate da Prometeo, fuochi fatui però, senza scintilla primigenia d’Intelletto.
Dentro al letto, peccaminosi talami di ardori fugaci. Anche, per inaugurare una mens sana, in sana sanificata Vita. Lascivi imenei in turris eburnea? Finalmens.
Aprire un teatro di cabaret in un campo di concentramento e organizzare spettacoli satirici dopo la partenza del treno verso forni non riservati alla panificazione? Qualcuno lo ha fatto davvero e ancora oggi, nemmeno ascoltando Wagner, a me verrebbe voglia di invadere qualcosa o qualcuno.
Se è vero che ridere cura la mente il corpo e l’anima, si può e si deve ridere di tutto; il riso abbonda nella bocca degli sciocchi? Non saprei, ma per restare in tema, il riso – in chicchi dosandolo con tazzine da caffè – è una fiamma che scalda lo spirito anche quando siamo immersi nella tragedia, anche quando il Mondo del Prima e del Poi sembrano senza senso.
Piccola accortezza: non avvicinare troppo la fiamma al puro spirito, di roghi ne abbiamo avuti anche troppi.
L’indice non sia più accusatorio, censorio, ma solo inumidito di grazia e curiosità, per sfogliare libri, lettere, mappe.
Da fervido, fervente, convinto marxista, mozione Groucho, vi dico che in fondo a ogni credenza, c’è una verità, così come in fondo a ogni salotto, potete trovare una credenza:
questo dimostra in modo inconfutabile che i salotti esistono – anche al di fuori degli insopportabili spot (e che in fondo a ogni salotto è occultata, nel doppio fondo della credenza, una verità, non sempre piacevole).