Pagina delle fallaci sensazioni, da non confondere con sensazioni falliche;
si cambia del tutto genere e gli esiti potrebbero risultare lontani e inattesi.
Ombre grigie, ombre nere – per tacere delle ombre rosse – vagano indistinte nella nebbia che tutto rende indistinguibile e ovattato, eppure periglioso, in ogni gocciolina potrebbe annidarsi, mimetizzarsi una minaccia, reale o immaginaria non fa differenza.
La verità minuscola che ricordavamo si può cambiare, mascherare, cancellare, ma se non riusciamo a definire un sasso in giardino, sarebbe opportuno non arrischiare dialogici dibattiti sui massimi sistemi.
Chi può ragionevolmente scandagliare i propri abissi e a stretto giro degli angoli, acuti, gli abissi altrui? Un uomo grida il proposito di perire e farsi tumulare sul posto di lavoro, potrebbe apparire un’esagerazione causata dall’esasperazione di un periglio momentaneo, invece è una filosofia personale, un piano di vita, o di congedo, dalla vita.
La disobbedienza meditata alle illusioni coercitive del potere è già felicità, la resistenza – prospera abbondante munifica – sia frutto da curare nel presente, maturo per il futuro: la Compagnia della libertà e della dignità, della coerenza e della consapevolezza soppianti presto quella delle Indie, o meglio, le sue voraci, spietate nipotine.
Brancolare mendicare pedinare l’eco, dei propri passi, a ritroso nelle dimensioni, negli eoni, nelle esistenze: tornare a Babilonia, Alessandria d’Egitto, Atene; imparare davvero finalmente democrazia, oratoria, catarsi dagli orpelli, i più ponderosi, i più ingombranti, soffocanti.
Ombre non solo, non sempre orientali, giochi di dissolvenze, incrociate, abbracciate: prologo, epilogo, entità separate, identità precipue o identiche fasi alternate, intercambiabili a seconda dello scorrimento della pellicola, del montaggio analogico, delle direzioni di marcia, con passo costante?
Le parole, queste sconosciute, talvolta non sono abbastanza, talvolta, una sola può tracimare nell’eccesso; gli auguri sarebbero fuori luogo, in loco nel Mondo Dopo anche gli àuguri preferiscono eclissarsi:
meglio ricominciare con cautela e leggerezza, confortati da un ricordo bello anche se falso (o bello, proprio in quanto falso), inseguendo una piccola luce, forse verde.
Magari per avvistare – se non appuntare come biglietto mnemonico sull’anta del frigorifero – la Cometa Osceola:
perché i sogni dei Popoli non devono morire, perché i Popoli devono restare in cammino.