Dolce naufragare, senza soluzioni

Pagina di chi cerca le soluzioni, si scervella, si danna nella ricerca.

Nella settimana enigmistica, tutto almanaccando, è facile: basta pazientare la settimana successiva per trovarle già belle e stampate, a chiare, visibilissime lettere.

Frugando nelle proprie tasche diventa operazione più complessa, quando non impossibile – adoro le missioni impossibili, tanto poi arriva Tom Cruise che a 90 anni salta dai grattacieli senza stuntman sostitutivo – di solito le tasche hanno ceduto, lise da tempo, nel corso del tempo; le soluzioni le briciole le monetine si sono disperse lungo tutto il percorso e riportarle nelle mani o nella memoria è magia riservata a pochi, illuminati.

Antonio De Curtis, il principe partenopeo, talento comico quindi tragico, inarrivabile, sosteneva non solo sulle sue esili spalle – grazie a spalle straordinarie – sceneggiature talvolta imbarazzanti, ma anche ispirate teorie filosofiche: nei tempi di crisi, gli intelligenti si prodigano per trovare e costruire soluzioni, mentre gli stuoli di imbecilli si affannano a individuare colpevoli.

Ecco, Mergellina, abbiamo un problema: oggi gli imbecilli sono quasi tutti inseriti nei quadri di comando; peccato che nessuno – o pochi sparuti, quattro gatti indomabili, direbbero gli stolti – frequenti vocabolari e accademie etimologiche, sarebbero magnifiche scoperte – non tutte le scoperte sono di per sé stesse magnifiche – ineffabili emozioni al cospetto della autentica natura di parole chiave, quali: natura, maestro, ministro.

O mangi questa ministra – pardon, minestra – o la getto dalla finestra; la saggezza popolare può essere ingannevole, più di ogni cosa, ma di ogni cosa – non l’avessimo perduta, dispersa assieme alle soluzioni – fornisce una qualche traccia, solida molto più che apparente, almeno perlomeno, più o meno, indiziaria.

Avessimo ascoltato le Nostre Nonne, i Nostri Nonni, non saremmo qui e ora così, ridotti ai minimi termini, con pochi termini, di paragone e pensiero; poche parole, banali, equivalgono spesso a zero pensiero. Senza nemmeno zenzero.

La memoria tanto celebrata è un processo di costante riscrittura dei fatti accaduti – noi bipedi, in particolare, abbiamo una memoria affidabile poco affabile, quanto quella di un monocolo unicellulare: chi controlla il passato, controlla il presente, determina a suo sghiribizzo il futuro. Quanta nostalgia di un fratello maggiore

Come in una fulminea, fulminante vignetta di Mastro Altan: quanti pensieri in codesta realtà, se rinasco, spero di reincarnarmi in un sasso. In alternativa alla formica e al mandorlo precedenti.

O nel Pi, quello ellenico classico, naufragando per i Sette Mari, dolcemente, in compagnia di una maestosa Tigre, del Bengala o della Malesia: una o entrambe, comunque una benedizione.

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