Reminiscenze (scienze?) olfattive

Pagina delle reminiscenze, riminesi, o delle scienze delle estati vitellone di Rimini.

RiminiScienze o Scienze di Rimini; non trascurerei Cesenatico, culla di liberi pensatori, artisti, navigatori, ciclisti; sulla montagna, tra le brume del bosco soffia impetuoso il respiro di Marco, ha il mare dentro: forse per questo vola con la sua bicicletta sulle asperità emerse dagli abissi, forse per questo insegue ancora la sua onesta pulita profondità, per alleviare la sofferenza, per estirpare il tormento, per vincere finalmente la gioia luminosa di un eterno abbraccio familiare.

L’amore non è solo questione di sole – certe sòle… – cuore, ma spesso di odore, nel senso più ampio e variegato del senso: uno dei 5, quello prettaMente olfattivo.

Nella vita ci vuole naso! Come garantiva Rantanplan cane piantagrane, affezionato compagno canino di Lucky Luke, teorico segugio, dal fiuto fallibilissimo soprattutto al cospetto dei fuorilegge più famigerati; nella vita, nei marosi della vita ci vuole tanto naso e altrettanta – tanta davvero – fornitura di terga e forse la combinazione tra le due caratteristiche può, se non garantire, assicurare talvolta risvolti positivi, a certi pantaloni; sempre ammesso non concesso – ottriato – non si tratti di pantalonacci da galeotti ché mica tutti siamo fratelli dei Fratelli Dalton.

Ci vorrebbe tanto naso, come quello sì infallibile per il tartufon, il naso di Gianna – non Nannini, sempre alla ricerca di un bello impossibile ma ragazzo di Europa, assai gelosa – Gianna, Donna musicale di Rino, Gaetano; a naso, mi sono perso e sì che non ne sono sprovvisto.

Anche la gentilDonna in abito canarino aveva naso, mentre chiedeva all’autista Ambrogio di verificare la tenuta ondulatoria e sussultoria della lussuosa vettura, prima di esclamare languida: la mia non sarebbe proprio fame atavica, piuttosto un languorino di sangue blu da brioche; il fedele dipendente esclamava, sempre inguainato nella inappuntabile livrea: Mia Signora, ce l’ho qui la brioche!

Con classe, senza volgarità, senza eccessi popolari, tumulti populisti ante litteram.

Beato Colui, dotato di naso archeologico subacqueo, riesce a immergersi in acque verde smeraldo – già questo un tesoro – davanti alle coste d’Israele e trovare per incanto la Spada nella roccia sul fondale; Excalibur, ex Mare, ex Nautilus.

Servirebbe naso sopraffino per fiutare la menzogna e sbaragliare come birilli del bowling i menzogneri, quelli che architettano i complotti e poi abbindolano le genti, convincendole che il complotto non esiste e che coloro che tentano di smascherarlo e disinnescarlo siano citrulli, malati di complottismo da b movie fantascientifico anni ’50; più che una macchina della verità – avete presente Trinca e Cruciani e lo scandalo calcioscommesse negli anni 80? – attendiamo con ansia una macchina della menzogna, anti menzogna, una bestia cibernetica che denudi di colpo, con un solo colpo di braccio, di maglio robotico, o fulmine cosmico in alternativa, i grandi spudorati mentitori, senza nemmeno mentine per l’alito, pestilenziale.

Con il pennello o bombolone panna spray – pennello grande, grande pennello, mega pannello? – nel naso a scrivere sui muri: il global warming non esiste, mentre la marea sale e ricopre tutto ciò che ci resta, anche gli stessi muri di quell’edificio; in effetti il global final warning è (ri)suonato da tempo e siamo fuori, di testa e anche tempo massimo. Un fazzoletto, non di carta, di stoffa, ché la seta sarebbe sprecata, per soffiare il naso, il nostro, per asciugare i nostri begli occhietti, lucidi di lacrime, ma spenti.

Rinoceronte, rinoplastica additiva, forse erro – sono errabondo, lo confesso senza pudori – l’addizione o la moltiplicazione servirebbero, eccome: della materia grigia, nasi ne abbiamo in abbondanza; in ogni caso, androidi cyborg droni evoluti al cubo potranno imitare surrogare l’olfatto, ma il nasino più famoso illustre grazioso della Storia, non sarà mai raggiunto, né superato (con deferenza parlando):

Cleopatra – non patria, anche, la Sua – regina d’Egitto e non si tratta di espressione ingiuriosa e/o sarcastica.

Vivere un giorno saziandosi di sola e pura Meraviglia.

Attraversando in solida barca a vela la culla marittima chiamata Mare Nostrum, per trovare tra onde e nuvole ritrovare gli Dei, fiutarli nel Vento, chiedere loro di tornare a narrare le loro storie le loro formidabili imprese perché da quando non abbiamo più creduto in loro, tutte le caratteristiche negative degli inquilini dell’Olimpo si sono riversate sulla Terra.

Nella vita ci vuole orecchio per cogliere il canto portato sulle ali di Eolo, ma anche naso per fiutare buone storie, quelle che creano comunità, quelle che diventano casa per i Popoli, parole come semi preziosi per coltivare i campi del Futuro.

Non facciamoci prendere per il naso, non di solo pane vivono donne e uomini – devo aggiungere tutte le infinite sfumature? – sarebbe una buona pietra emiliana di partenza non avere anelli al naso, o almeno inutili orpelli. Anelli e orpelli, soprattutto se in ferro, appesantiscono.

Mai sottovalutare le conseguenze dei nasi nella nebbia, anche perché nel nostro piccolo Mondo Dopo è ormai così fitta che rischiamo di rovistare con le dita in quello del nostro vicino;

come sosteneva Ionesco – regista di fosforo del football club teatro dell’assurdo – un naso che vede, ne vale due che annusano.

Bugiardini e Bugiardoni: senza trucco, senza inganno

Pagina Bianca, anzi, cambio in corsa: Pagina del Bugiardino.

Il Bugiardino è un vezzoso, piccolo, allegro, gioioso mentitore?

Un fogliettino di carta bianca, con le precise istruzioni, doverose precauzioni, chiare controindicazioni, stampate in inchiostro nero? Come la pece, come l’inchiostro difensivo dei polpi, come il petrolio dei disastri ambientali marittimi.

Rischi o benefici? Né gli uni, né gli altri? Male che vada: trombi. Sembrerebbe l’esile impalpabile – dal punto di vista narrativo – sceneggiatura di tanti lungometraggi italopitechi, genere cosce lunghe al vento, tipici degli anni ’70/’80 del 1900. Tutto si tiene, tutto si riscopre – appunto – tutto si rivaluta, col seno del poi. Certo, dovremmo prima interpellare l’Ubalda.

Nel Mondo Dopo la salute non costituisce più diritto primario inalienabile, come da dettato Costituzionale, ché per un valido dettato, bisognerebbe almeno conoscere i rudimenti della lingua, sapere leggere e scrivere in modo sommario; ma queste competenze – nel modernese: skills – non sono più richieste, anzi derubricate a superflue inutili fastidiose ubbie da nemici delle nazioni e dei popoli. Buoi, è meglio, dei paesi tuoi o altrui non fa differenza; importante che il gregge sia mansueto docile governabile. Anche senza cani pastori.

Benedire le unioni omosessuali è contro le leggi di Dio, lecito invece benedire armi e instaurare amichevoli relazioni con famigerati dittatori; pentiti, figliolo, pentiti o rischi di diventare come Omero Onan, magari si potesse optare per Conan: ragazzi per sempre no, ma con un futuro all’orizzonte, non solo alle spalle, sarebbe proprio una lieta novella.

Guardare dentro l’uomo – talvolta, uovo, navicella spaziale dal pianeta Ork – può essere un’avventura una scoperta o pericolo allo stato puro; guai agli indagatori, poi qualcuno annuncia trionfante che alcune parti prelevate dagli appestati del mondo dopo possono essere impiantate negli umani, quelli un po’ acciaccati, per restituirli ad una vita sana completa tranquilla. Bugiardini o bugiardoni?

La Storia è infarcita di storie di grandi ingannatori, o semplici burloni, a cominciare dal cavernicolo BC che mentre decorava le pareti della sua caverna con i graffiti del primo graphic novel umano, diceva trionfante al suo compare: “Sai tra 2000 anni come se la bevono, questa?”.

Senza offesa, ma gli dei della mitologia – a partire da un certo divin messaggero – non brillavano per sincerità, anzi l’inganno presso i prestigiosi cittadini, inquilini dell’Olimpo era considerato una peculiarità celestiale. Tonto chi ci cadeva.

Ulisse: the great pretender (grazie Freddy, Mercury), chiedete il suo curriculum alle Donne che ancora gli danno la caccia sulle ondose rotte del Mediterraneo; o, per avvicinarci alle nostre ere, pensate al Principe, non Giuseppe Giannini core de Roma bella, ma quello di Machiavelli. Senza macchia, senza fole o folate, di vento con dentro parole disperse.

La Storia stessa andrebbe sottoposta a accurati passaggi nel setaccio; come insegnava meritoriamente nei licei Don Renato, esegeta biblico – e molto altro – di fama planetaria, il vero metodo storico consiste in un approccio aperto, razionale e scettico agli eventi tramandati, narrati anche nei documenti che vantano la patente di ufficialità: credo a niente, a meno che mi si dimostri il contrario; procedimenti lunghi lenti certosini, ma la paziente Verità è immane, immanente, non corre esagitata verso il centro commerciale.

Tempi moderni, tra Madoff originali e Madoff dei Parioli – ché anche il mercato degli imbroglioni propone quelli docg e quelli taroccati – , a ciascuno il suo; in ogni ambito contesto campo e grado. L’anzianità fa grado, ma anche l’idiozia garantisce pacchi di galloni, da esporre con orgoglio su petti trionfanti. Comunque, mentire no, meglio la reticenza, reti di indecenza, notevole: salvare l’Umanità, forse, ma sulle scialuppe di salvataggio prima le banche e i misteriosi fondi d’investimento senza patria; tanto i soldi sono virtuali, come quelli dell’obsoleto Monopoli e del calcio mercato, ma i debiti, veri: sulle spalle degli allocchi.

In questi giorni di Quaresima e quaquaraquà, ecco inventato all’impronta – per rientrare a tuffo bomba nella mesta contemporaneità – il bugiardino evoluto, cangiante, fluido come contenuto magico della sacra fiala (i romanzi rosa di Fiala?), camaleontico; Carlo, Linneo come classificheresti questi bugiardini? Karma Chameleon? Attenzione però, perché esiste anche una Karma Police e sarebbe meglio non contare sul fatto che alla porta si presenti Sting per invitarci ad un concerto.

Dobbiamo tutti, nessuno escluso, sottoporci al rito magico protettivo apotropaico: non esiste altro modo per riconquistare le nostre libertà. I bugiardini e i bugiardoni garantiscono: effetti collaterali o avversi, ipotesi remote, o comunque limitate negli effetti, affetti scomparsi dai monitor.

Piena fiducia nella scienza ufficiale: fa miracoli. Lo digito mentre con il tentacolo libero mi carezzo gentilmente l’epidermide che di secondo in secondo muta di colore: rosso, oro, verde, come da nuove regole della trans mutazione ecologica. Altan e Bucchi restano giganti del Pensiero: vax pensiero sulle siringhe argentate, puntiamo senza indugio sull’unità, di gregge.

Ogni giorno è una nuova battaglia, di sopravvivenza, per la Vita, ma questi colori mi donano, mi arridono, mi sorridono: collimano con quelli del mio caleidoscopio, onirico.

La Verità vi prego, anche su un argomento a piacere.