Jet Lag o Getsemani

Pagina del Jet Set.

Jet? Set? Tra aerei e produzioni cinematografiche, in bilico: non era tutto bloccato? Falò delle vanità, illuminaci d’immenso d’incenso di senso, pratico soprattutto.

Pagina di Jet Robot, cuore d’acciaio – quello era Jeeg, ma vale lo stesso – cervello, umano, troppo umano: tre amici, un solo corpo, ché abbiamo dimenticato quanto sia l’unione a conferire forza.

Jet Set mellifluo suadente superficiale, da non confondere con ‘Jetsemani’ – o era il celebre gruppo tarantolato dei salentini Getsemani? – il giardino dei.

Non vorrete picchiare sempre e solo chi dorme ai piedi dell’albero, anche il miscredente che dorme sul ramo; se nel frattempo, si fossero scambiati di posto, pazienza; un cornuto da mazziare, bisogna sempre individuarlo.

Teoria dei colori, lunga teoria di colori, ma se Greci e Romani e Arabi e Persiani, a caso a vostra scelta, rinascessero oggi, nel Mondo Dopo, verrebbe fuori un intricato vespaio ché la Torre di Babele al confronto sembrerebbe una candid camera organizzata con copione blindato.

Dietro lo specchio, Nanni Loy o Nanni Moretti – un impenitente osservatore di costumi scostumati o un altro papa dimissionario? – magari l’ombra del solito sospetto, la parvenza, la larva della mia identità, alla deriva senza avere mai vissuto una vita da Lupo del Mare; solo oniriche illusioni con Melville, Conrad, Salgari, H.P. quello vero, Mastro Hugo Pratt.

Torna il caleidoscopio della pandemia, la tavolozza dell’emergenza, ma potremmo discutere a lungo su temperatura, qualità, quantità, luminosità, opacità di tinte colori intenzioni? Chi è candido, non esiti a candidarsi; se davvero è puro indossi la veste e non la maschera sbiancata. Era più onesto Casper il piccolo fantasma o lo sventurato Fantasma di Canterville? Albus Albino Alboino, silenti: chi tace acconsente o si astiene dalla indegna gazzarra per intasare sempre più lo sciocchezzaio mediatico quotidiano?

Giallo urlo di Munch, o Rosso scandalo, come Gilda atomica, nei sensi, i 5, delle curve pericolose? Anche se bianco, rosso, oro sono i colori che ci dovrebbero accompagnare verso la Rinascita – non rinascente, mi spiace per il commercio globale, ma i templi erano saturi di mercanti e carabattole e sono stati abbattuti.

Non sarà il canale di Suez di nuovo navigabile, grazie a un Mastro Lindo qualsiasi, a restituirvi il sedicente scettro.

Jet lag, jet lag, chi sei tu jet lag o Mick Jagger? Rolling Stones Stonehenge Stone Age; Phileas Fogg o Ulisse, sfida finale per decidere il vero, unico modello del Viaggiatore del III millennio, con il persistente convincimento che il migrante dall’Afghanistan all’Islanda – bombe e vulcani permettendo – sia ormai il solo che meriti di fregiarsi con l’agognato titolo: la partenza, l’arrivo, il percorso rapido senza intoppi, sono importanti, per i turisti della vita, la propria in prima istanza.

Martedì palindromo, 30/03: intellettualismo sbandierato, ignoranza manifesta; non so cosa significhi il dotto vocabolo, non posseggo alba né tramonto, di significato significante, semantico simbolico metaforico, però mi consola e conforta che i grandi professionisti dell’informazione e della scienza siano ripartiti di gran carriera – la loro – estraendo dalle fondine le mai dismesse metafore belliche.

I Popoli fornivano preoccupanti sintomi di risveglio, dal torpore dall’incantesimo dall’ipnosi del terrore.

In una fresca e luminosa mattinata, riuniamoci sul Gargano, tra frammenti di preistoriche preziose selci e sagge Streghe inascoltate, tra le fronde di Colossi Millenari: impariamo da loro l’arte della Vita in uno dei giardini ancora esistenti dei semplici giusti Getsemani.

Non camperemo mille anni, camperemo meglio e finalmente liberi, perfino dal jet lag.

Bugiardini e Bugiardoni: senza trucco, senza inganno

Pagina Bianca, anzi, cambio in corsa: Pagina del Bugiardino.

Il Bugiardino è un vezzoso, piccolo, allegro, gioioso mentitore?

Un fogliettino di carta bianca, con le precise istruzioni, doverose precauzioni, chiare controindicazioni, stampate in inchiostro nero? Come la pece, come l’inchiostro difensivo dei polpi, come il petrolio dei disastri ambientali marittimi.

Rischi o benefici? Né gli uni, né gli altri? Male che vada: trombi. Sembrerebbe l’esile impalpabile – dal punto di vista narrativo – sceneggiatura di tanti lungometraggi italopitechi, genere cosce lunghe al vento, tipici degli anni ’70/’80 del 1900. Tutto si tiene, tutto si riscopre – appunto – tutto si rivaluta, col seno del poi. Certo, dovremmo prima interpellare l’Ubalda.

Nel Mondo Dopo la salute non costituisce più diritto primario inalienabile, come da dettato Costituzionale, ché per un valido dettato, bisognerebbe almeno conoscere i rudimenti della lingua, sapere leggere e scrivere in modo sommario; ma queste competenze – nel modernese: skills – non sono più richieste, anzi derubricate a superflue inutili fastidiose ubbie da nemici delle nazioni e dei popoli. Buoi, è meglio, dei paesi tuoi o altrui non fa differenza; importante che il gregge sia mansueto docile governabile. Anche senza cani pastori.

Benedire le unioni omosessuali è contro le leggi di Dio, lecito invece benedire armi e instaurare amichevoli relazioni con famigerati dittatori; pentiti, figliolo, pentiti o rischi di diventare come Omero Onan, magari si potesse optare per Conan: ragazzi per sempre no, ma con un futuro all’orizzonte, non solo alle spalle, sarebbe proprio una lieta novella.

Guardare dentro l’uomo – talvolta, uovo, navicella spaziale dal pianeta Ork – può essere un’avventura una scoperta o pericolo allo stato puro; guai agli indagatori, poi qualcuno annuncia trionfante che alcune parti prelevate dagli appestati del mondo dopo possono essere impiantate negli umani, quelli un po’ acciaccati, per restituirli ad una vita sana completa tranquilla. Bugiardini o bugiardoni?

La Storia è infarcita di storie di grandi ingannatori, o semplici burloni, a cominciare dal cavernicolo BC che mentre decorava le pareti della sua caverna con i graffiti del primo graphic novel umano, diceva trionfante al suo compare: “Sai tra 2000 anni come se la bevono, questa?”.

Senza offesa, ma gli dei della mitologia – a partire da un certo divin messaggero – non brillavano per sincerità, anzi l’inganno presso i prestigiosi cittadini, inquilini dell’Olimpo era considerato una peculiarità celestiale. Tonto chi ci cadeva.

Ulisse: the great pretender (grazie Freddy, Mercury), chiedete il suo curriculum alle Donne che ancora gli danno la caccia sulle ondose rotte del Mediterraneo; o, per avvicinarci alle nostre ere, pensate al Principe, non Giuseppe Giannini core de Roma bella, ma quello di Machiavelli. Senza macchia, senza fole o folate, di vento con dentro parole disperse.

La Storia stessa andrebbe sottoposta a accurati passaggi nel setaccio; come insegnava meritoriamente nei licei Don Renato, esegeta biblico – e molto altro – di fama planetaria, il vero metodo storico consiste in un approccio aperto, razionale e scettico agli eventi tramandati, narrati anche nei documenti che vantano la patente di ufficialità: credo a niente, a meno che mi si dimostri il contrario; procedimenti lunghi lenti certosini, ma la paziente Verità è immane, immanente, non corre esagitata verso il centro commerciale.

Tempi moderni, tra Madoff originali e Madoff dei Parioli – ché anche il mercato degli imbroglioni propone quelli docg e quelli taroccati – , a ciascuno il suo; in ogni ambito contesto campo e grado. L’anzianità fa grado, ma anche l’idiozia garantisce pacchi di galloni, da esporre con orgoglio su petti trionfanti. Comunque, mentire no, meglio la reticenza, reti di indecenza, notevole: salvare l’Umanità, forse, ma sulle scialuppe di salvataggio prima le banche e i misteriosi fondi d’investimento senza patria; tanto i soldi sono virtuali, come quelli dell’obsoleto Monopoli e del calcio mercato, ma i debiti, veri: sulle spalle degli allocchi.

In questi giorni di Quaresima e quaquaraquà, ecco inventato all’impronta – per rientrare a tuffo bomba nella mesta contemporaneità – il bugiardino evoluto, cangiante, fluido come contenuto magico della sacra fiala (i romanzi rosa di Fiala?), camaleontico; Carlo, Linneo come classificheresti questi bugiardini? Karma Chameleon? Attenzione però, perché esiste anche una Karma Police e sarebbe meglio non contare sul fatto che alla porta si presenti Sting per invitarci ad un concerto.

Dobbiamo tutti, nessuno escluso, sottoporci al rito magico protettivo apotropaico: non esiste altro modo per riconquistare le nostre libertà. I bugiardini e i bugiardoni garantiscono: effetti collaterali o avversi, ipotesi remote, o comunque limitate negli effetti, affetti scomparsi dai monitor.

Piena fiducia nella scienza ufficiale: fa miracoli. Lo digito mentre con il tentacolo libero mi carezzo gentilmente l’epidermide che di secondo in secondo muta di colore: rosso, oro, verde, come da nuove regole della trans mutazione ecologica. Altan e Bucchi restano giganti del Pensiero: vax pensiero sulle siringhe argentate, puntiamo senza indugio sull’unità, di gregge.

Ogni giorno è una nuova battaglia, di sopravvivenza, per la Vita, ma questi colori mi donano, mi arridono, mi sorridono: collimano con quelli del mio caleidoscopio, onirico.

La Verità vi prego, anche su un argomento a piacere.

Furbizia vs intelligenza, mente calcolante vs mente poetica

Pagina della Filantropia, virale come si conviene confà conforma ai tempi.

Chi può, scappa tra le stelle sognando fughe marziane, chi non può annega tra le plastiche con le quali abbiamo soffocato i mari.

Gli altri furbetti del pianetino smerciano rimedi, non a chi ne avrebbe diritto, ma ai peggiori offerenti, purché muniti di autentica antica grana.

Cronache marziane, Sole opaco, rami neri senza più linfa, mani oblunghe aride: distese desertiche laggiù nell’Arizona. C’era una volta una Terra, azzurra, sul tetto che oggi scotta.

Nel frattempo, curiosa espressione, considerando il flusso unico continuo – come la lubrificazione dei Soliti Ignoti, costante e ininterrotta – degli eventi, anche i Sogni e le Chimere sono un tantinello appassiti, nel tinello di casa, però quello buono.

I Gesuiti hanno la forza secolare le competenze la propensione per mettere in riga redarguire bacchettare ove e se necessario perfino le molte signorine e/o signore Rottenmeier continentali: loro silenti, chinano il capo – anche i capoccia e i capoccioni si inchinano – preventivamente cosparso di cenere, si dolgono per gli errori umani fatali, ringraziano per l’esemplare punizione.

Viaggi delle Speranze, Carovane di Speranze in viaggio, verso Terre promesse, promesse disattese nei confronti dei veri nativi di quelle regioni – sao ko kelle terre… – Oregon come un miraggio, esodi perigliosi tra impervie vie mai battute prima, bande di tagliagole, interessi di biechi politicanti e soliti speculatori; sarebbero servite, illo tempore come oggi, guide competenti oneste affidabili, impresa ardua reperirle. Nel Mondo Dopo, qualche vago cenno di luminosa redenzione: gli antichi abitanti dell’Oregon, il fiero popolo Klamath, acquistano ciò che un tempo era loro, solo una piccola parte di quanto fu strappato agli Autoctoni originali con violenza inganni leggi ipocrite e inique; praterie laghi montagne erano in connessione millenaria con il Popolo degli Uomini rossi, il cuore di quegli Uomini apparteneva ed era seppellito sotto quei territori; nonostante le predazioni le privazioni, non ha mai cessato di scandire i veri ritmi della Natura indigena endogena.

Le varianti del morbo inficiano i poteri magici dell’elisir miracoloso? Tranquilli, secondo gli alchimisti dell’Impero tutto si risolverà aumentando le distanze dall’Inter, cioé interpersonali: 40 centimetri in più, lo ha sentenziato il solito oracolo algoritmico partorito dagli alambicchi fatati; perfino il povero John Holmes, eccelso uomo con 30 centimetri di dimensione – artistica, come da annales – sarebbe in ambasce.

Ulisse mio, sei il modello unico – no agenzia entrate, grazie – dell’omuncolo moderno (o post moderno)? Miti classici nati per spiegare l’incomprensibile: il bipede umano, coacervo, viva il Cervo, sommatoria, delta – talvolta di Venere – di peculiarità positive e negative, dal risultato complessivo e finale spesso incerto; come molte paternità. Ulisse oggi, nel Mondo Dopo, saresti il perfetto leader multitasking che non deve chiedere mai e soprattutto non ascolta il canto e le parole delle Sirene; curiosità infinita, hybris nella volontà di andare oltre ogni limite: senza i folli voli di Odisseo – e di Icaro incauto – saremmo rimasti per sempre incollati al suolo, ma certe volte per volare basterebbero la fantasia e due corde legate ai rami degli Alberi. Conoscere il passato è necessario per costruire l’avvenire, sapendo coniugare i verbi al futuro; considerando che abbiamo notevoli difficoltà con il congiuntivo, ormai quasi estinto, difficilmente riusciremo a farci assolvere – nonostante principi e principesse del Foro, nell’ozonosfera – con il condizionale.

Ulisse eroe che sfrutta la tékne e la mekané per concretizzare le proprie intuizioni: 100 ne pensi, 1000 ne combini. Sei stato l’incarnazione della definitiva primazia – senza trascurare le amorevoli seconde e terze ziette – della mente calcolante calcolatrice razionale, sull’animo e sulla mente poetici passionali onirici;

sei stato Tu a beffare le Sirene, fingendo che con un po’ di cera nelle orecchie e legato all’albero della nave, potesse essere sconfitto il loro potere, la loro malia, o sono state le Sirene a baloccarsi con la Tua rinomata astuzia, mimando il canto e opponendo invece al tuo inestinguibile errare un silenzio così innaturale e assordante che sarebbe stato impossibile non udirlo? Sei più umano nella visione dantesca o in quella kafkiana? Nella veste di eroe o in quella di piccolo uomo che si barcamena per sopravvivere al cospetto di entità e forze più soverchianti e potenti?

Senza il Tuo esempio, niente Luna e niente uova rotte nel paniere di Marte, ma forse non avremmo nemmeno commesso il peggiore dei crimini: novelli seguaci di Lucrezia Borgia, saremmo stati così svegli – ci si sono svuotate le clessidre? – da non avvelenare la nostra unica casa planetaria.

Stupido illudersi di trovare salvezza attraverso gli stessi meccanismi di pensiero e gli stessi strumenti che hanno creato il Problema, vero Albert?

Più esemplare, ammirevole, paradigmatico Ulisse o il capo dei Nativi americani, conosciuto con il nome di Seattle?

Noi almeno sappiamo questo: la terra non appartiene all’uomo, bensi’ e’ l’uomo che appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono legate fra loro come il sangue che unisce i membri della stessa famiglia. Tutte le cose sono legate fra loro. Tutto cio’ che si fa per la terra lo si fa per i suoi figli.

Dalla lettera del capo Seattle al grande padre bianco di Washington, 1854.