Matrioska oscura

Dipanare il filo, della Natasha, nome proprio di Matrioska, a scanso di equivoci e denunce.

Seguire il filo, di Arianna, o le briciole di Pollicino.

Il saggio del giornalismo vecchio stampo, vecchia stampa soprattutto – curiosità, occhi aperti, taccuino e penna sempre in tasca, abiti stazzonati, scarpe comode, modi rudi – consigliava: segui il flusso dei soldi, ma anche quell’indicazione antica investigativa, appare oggi di difficile laboriosa tormentata attuazione: i soldi sono sempre più virtuali, virtuali e quasi infinite le matrioske blindate, una dentro l’altra.

Se le figure geometriche sono tutte, nessuna esclusa a priori da priori, un insieme di punti infiniti, come sarà mai possibile stabilire un ordine, se non di qualità, almeno di grandezza empirica?

Matrioske in pagina, tovariščĭ Michail, compagno e soprattutto uomo di affari mercantili, è tornata in auge – non in Augias, Corrado – quella bella imponente, molto farcita relativa agli Anni di Piombo, pesanti, sotto ogni punto di vista, a partire dai sedicenti misteri, dalle lampanti lapalissiane zone grigie, colme di nebbie nelle quali risulta impossibile distinguere anche solo oscure sagome. Impossibile distinguere verità, se alimentiamo cortine fumogene, se il bandolo della matassa viene ingarbugliato sempre più, se il tumore della disinformazione cresce con nuovi libri documenti testimonianze commissioni sparlamentari che ripetono all’infinito i dati noti. Diteci i nomi le circostanze le convenienze, o tacete sparite per sempre, più dignitoso per voi, più salubre per un paese che fa forse comodo conviene garba così: pittoresco e instabile, artistico ma inaffidabile.

Caro Karl Heinrich, te lo saresti mai aspettato immaginato prefigurato con ampolla di cristallo per visioni pre visioni dal futuro, irraggiungibile? Dalla lotta di classe, alla lotta per tornare in classe, o almeno, tutti insieme appassionataMente, nel peripato, per sorbire gradire seguire qualche Maestro e le sue – di lui – lezioni.

Historia Magistra Vitae – speriamo presto anche magistrale e magistrato – ma senza scolari discepoli studenti, anche Lei si dimette e una Storia dimessa dismessa, non è solo peccato mortale, ma una noia letale.

Madiba, padre nobile della Nazione, per estensione meritocratica umanitaria di tutte le genti umane, non esiste una strada facile per la Libertà, d’accordo, ma nel Mondo Dopo abbiamo voluto rendere il gioco la conquista i sentieri molto più impervi complicati oscuri: nessun uomo è un’isola, nemmeno un atollo specie se lì qualcuno ha deciso di condurre test nucleari, nessun uomo si salva da solo, va bene, ma senza intraprendenza faccia tosta intelligenza di Nessuno, non ci salveremo, nemmeno in gregge.

Anche perché, tutto perfettamente sicuro dicevano quelli ‘sull’energia del futuro’, i vecchi reattori dismessi sono degli zombie e ogni tanto si ridestano; nel frattempo, abbiamo trovato il metodo vincente per la transizione, invece di mettere le piramidi di monnezza sotto il tappetino del Pianeta, li gettiamo nello spazio siderale che già non ne può più. Forza Ufo!

Rattopperemo le vite, i tralci della vite, la Vita, la Terra, ma con un gomitolo di filo, di voce: gentile umana omni comprensiva.

Sarà Utopia, con la sorella maggiore, Verità senza più errori né tentennamenti, però Mahatma dice che, sostituendo l’avidità l’idiozia l’ottusità di certe istituzioni, di certi gruppuscoli di potere, con unione nell’amore reale, con autogoverno illuminato da materie grigie, ma preziose, bando della violenza – nel senso di messa al, non di concorso in nuove intollerabili persecuzioni – e cura matriarcale delle comunità e di Gea, potremmo disegnare un Mondo Dopo con un’economia della giustizia e dell’equità, con una transizione transito terrestre naturale, logicaMente eco bio accettabile, sostenibile, applicabile.

Per Tutti, ovunque.

Senza guardare mai più dentro il vuoto oscuro della matrioska o della Bialetti monodose, con il rischio di caderci dentro: senza fondo senza fine senza luce.