Ridere ci seppellirà, liberi

Pagina della/nella Santa Barbara: se brancolare nel buio dei dubbi esistenziali vi affanna, attenti a non accendere cerini, svedesi, zolfanelli, la verità rivelata potrebbe avere effetti esplosivi.

Pagina dei Clown, quelli un tantinello – fuori o anche dentro il tinello – malefici, abrasivi, disturbanti; come l’Elmo X garliniano (Mastro Alberto Garlini) nella Bologna vera nell’immaginazione del 1977, degradata a territorio di guerriglia dagli esperimenti repressivi del criminale dottor K; eppure quella sorta di Joker degli anni plumbei, inoculava dubbi a profusione: si può ridere di tutto e di tutti? Anche della violenza e dei martiri? Anche della manipolazione delle menti e delle coscienze da parte di poteri più o meno forti, più o meno occulti? Risposta imperativa: si deve ridere, soprattutto in mezzo alle cariche, tra il sibilo sinistro delle pallottole e la scia incendiaria delle molotov, ridere sopra e dietro barricate, di masserizie o dentro catapecchie pericolanti, destinate al crollo, all’implosione alla prima vibrazione causata dall’incedere inarrestabile dei cingolati armati.

A proposito di manipolazione – mani in alto, vi arrendete senza condizioni? – il capitalismo consumistico imperialista (per restare sull’onda d’urto dei ciclostilati di denuncia di studenti artisti ribelli degli anni ’70) non ha vinto, ha stravinto a mani basse: ci aveva già tramutati in perfetti automi consumatori, senza più spirito critico, né autonomia decisionale; nel Mondo Dopo ha osato l’inosabile ed è riuscito a rendere ognuno di noi una merce – di basso costo, di scarsa qualità – con stampigliato un meraviglioso codice a barre (con il blocco geopolitico produttivo di provenienza);

tutti con il nostro unico meraviglioso incancellabile codice a sbarre.

Da dietro quelle sbarre, brilla il sole senza ombra;

anche dal fondo delle fetide immateriali nostre prigioni, in alto i calici; libiamo e soprattutto, insieme e grazie al Re dei Pagliacci, sbellichiamoci.

Se schiatteremo dalle risate, li avremo fregati buggerati sbeffeggiati.

Forse per l’ultima volta, ma vuoi mettere la soddisfazione:

una crassa risata ci seppellirà, però liberi!

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