Silenzio

Pagina del silenzio, invocato reclamato – a gran voce! – desiderato bramato necessario.

Non uno dei tanti, ma quel silenzio carico pregno denso di attesa, attese, anche dolorose, anche lancinanti laceranti.

Il silenzio incombente che precede come una overture rossiniana il tutto, ché il tutto, poi, giunge sempre, a valanga. Inarrestabile.

Gentile Anthony, ce lo hai insegnato proprio tu, con la tua formidabile intelligenza, con la tua lingua nuova travolgente sconvolgente: dovremmo diffidare di chi predica e sostiene di applicare gli strumenti del bene ad ogni costo – benefattori invasati? – siamo poi così sicuri che altri da noi sappiano con certezza cosa sia il nostro bene? Anche la retorica della bellezza salvifica potrebbe essere ingannevole oltre modo: ne abbiamo conosciuti di appassionati di scoiattoli, piccioni, perfino di Mozart e Bach che poi, non solo protetti dall’oscuro manto delle notti, si abbandonavano alla violenza crudele, veri drughi del male: totale, senza redenzione.

Prendere, prendersi cura di se stessi in primis, con la saggezza dei felini, prendere per donare, donare senza ritorno, senza attendere il domani; anche chi promette doni – concessioni – e ritorni (alla casa della Madre e del Padre?) alla sedicente normalità, desta cupe preoccupazioni e motivi di inquietudine, come fossimo incatenati ad una mitologica incudine.

Prima delle armi, sempre, senza se, senza ma, senza discussioni, la pace eterna, per vivere operosamente, al bando definitivo armi e guerre: per il riposo, avremo tempo modi e maniere, tutta l’eternità successiva.

Nelle curve del silenzio, potremmo trovare perfino un po’ di amore, per poi accoglierlo, con silenzioso stupore, come vibranti poesie di Neruda e Tagore.

Annegare nell’Oceano del Silenzio, per ritrovare la voce, la propria;

naufragare grazie all’Oceano del Silenzio su spiagge silenti, quiete, per riuscire a distinguere di nuovo le Voci:

quelle della dignità e della giustizia.

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