In tensione

Vorrei diventare un provetto inseguitore del Sacro, anche mentre dormo, come insegnava il Saggio.

Vivere in tensione – nell’accezione (anche, eccezione) migliore – verso il sublime, liberarmi da orpelli e catene (meglio di Houdini), sublimare me stesso fino a rendermi pura essenza, in volo verso il Tutto, verso l’Ente primigenio universale.

La Bellezza e la Poesia possono aiutare, una messa laica cantata e mistica possono ispirare e indicare la strada; se vi capitasse di incrociare i sentieri degli artisti Amara e Cristicchi siate propensi e predisposti a condividere molti passi insieme a loro: prima e oltre la loro grandezza artistica sono grandi anime. Hanno davvero recepito il messaggio, hanno visto la vera luce, quella senza ombre, hanno capito che siamo tutti piccoli ruscelli senza fonte, in questa vita terrena, ma hanno imparato che accettando questa nostra natura di pulviscoli cosmici, questa nostra transitoria finitezza, possiamo evolvere perché se ontologicamente siamo emanazione dell’Unico principio, possediamo dentro di noi la predestinazione all’eterno, in qualche forma e/o dimensione. Una piccola scintilla che attraverso la nostra evoluzione e liberazione dobbiamo aiutare a diventare luce perenne. Con grazia, leggerezza, attraversando beatitudini sublimi.

Dalle magiche rive del Lario alle torride strade del luglio francese, in sella ad una formidabile bicicletta perché Lui era formidabile, in tensione verso i suoi sogni da bambino: il destino è per motto popolare cinico e baro, qualche volta anche nella realtà, ma Fabio Casartelli, al pari di Marco Pantani, vive sempre nei nostri cuori: oggi pedala libero sui sentieri dell’Universo.

Chiedi a una ragazza di 15 anni di età, chiedile – a lei e a tutta la sua tribù di amiche e amici – chi fosse Mafalda e soprattutto il nome del papà della buffa, spigolosa bambina dai riccioli neri come carboni ardenti; chi fosse e come per decenni con il suo fulminante sarcasmo sia riuscita a denudare le debolezze, le miserie del mondo dei presunti adulti e fustigare tutti i vizi peggiori della loro sedicente evoluta società. Grazie Quino.

Avete mai osservato quanto siano belle le Tigri del Bengala sdraiate – non in tensione – in rilassamento felino accanto a ruscelli e pozze d’acqua nelle jungle più fitte? Se smettessimo di devastare specie viventi prima del nostro acefalo interventismo, se smettessimo di attentare alla biodiversità in nome del feticcio chiamato sviluppo, forse anche la tensione del Pianeta azzurro cesserebbe.

Tensione corporea, la medesima di Michelangelo Merisi – sempre lui, il Caravaggio – mentre divorato da una insana febbre (non solo fisica, fisiologica) moriva abbandonato sulla spiaggia di Porto Ercole; si era imbarcato a Malta, dove sopravviveva da auto esiliato, per sfuggire alla sedicente giustizia dopo i guai combinati a Roma e Napoli, con la speranza di tornare nella Città Eterna, per ottenere dal Papa il condono dai suoi peccati capitali. Per meriti artistici, ma la Vita e la società degli uomini, forse, non funzionano così, forse, semplicemente, con o senza tensione costante, non funzionano.

Tensione, alta tensione in un mondo che considera pandemie e guerre benedizioni per il trionfo del pil (finché ci sono, c’è speranza…), per conferire sempre più i pieni poteri al mercato globale sovranazionale di stampo liberista. Le vittime umane sono poco meno che incidenti di percorso sull’altare del profitto.

Tremate, empi – non perché lo scrive un indegno allievo dello scriba – ma vuoti dentro: vi credete invulnerabili, ma fino alla liberazione dalle passioni velenose sarete condannati a tornare: ancora ancora ancora e non sarà per raggiunto miraggio dell’immortalità (enormemente sopravvalutata).

In tensione evolutiva, per tramutarmi in un chicco di grano: dentro, tutti i segreti dell’armonia e della bellezza universali.

Dentro, l’innata capacità di nutrire i Popoli della Terra.

Vacua Immortalità

Tempi grami anche per l’Immortalità.

Nel Mondo Dopo dura 4 mesi, un’Immortalità a scartamento ridotto, spuria, a tempo determinato, una immortalità formato Raider – immortalità lavoretto? funzionicchia? – anche l’Immortalità ha perso appeal, non è più influencer – perfino il correttore di bozze automatico strabuzza gli occhi al cospetto di codesto lemma – , è diventata banale come la pizza 4 stagioni, quelle che non ci sono più e, di sicuro, non sono quelle di una volta (una tantum?).

Siamo così evoluti avanzati progrediti che siamo riusciti a brevettare l’immortalità con obsolescenza programmata, un autentico trionfo della scienza, della ricerca – tu quoque Diogene? – dell’onnipotente mercato globale.

Troppo facile nei medioevali tempi arcaici acquisire l’Immortalità e spassarsela per l’eternità; fine dei furbetti senza dazio, fine del sollazzo (assonanze libere) ad libitum, fine della pacchia ai danni del pil.

Vuoi l’immortalità, la brami, la desideri? Paghi ma sai che poi dovrai periodicamente aggiornarla per renderla attiva nel quadrimestre successivo, come uno ‘smart phon’ qualunque, come uno studente somarello – trotta trotta che il Mondo era bello, solo pay per live, ovvio – chiamato negli ultimi giorni del periodo a rimediare alle topiche alle magagne alle insufficienze accumulate per demerito, pigrizia, ‘lavatività’. Immortale indolenza.

Highlander pronto a dimettersi, per lui perdere la testa, sarebbe il meno: sono stato immortale, lo ammetto, ma a mia insaputa;

anche i cari saggi incantevoli vecchietti di Cocoon si giustificano: non rompeteci le uova nel paniere e poi non sono nostri acquisti, ci sono piovute in giardino da qualche galassia lontana lontana;

Achille, eroe mitologico al momento claudicante, chiede esenzione dal ticket: sì, sono titolare di immortalità, ma imperfetta, causa mancata completa immersione. per responsabilità altrui (Teti mamma nereide un po’ distratta, un po’ maldestra; Stige fiume dispettoso).

Ci sarebbe poi tutta la vastissima teoria pletora platea di quelli che immortali ci si credono – Immortali forever youngs – ma per loro al vaglio del governicchio ‘migliorissimo’, c’è tutta una serie di provvedimenti legislativi ad hoc, draconiani come nella tradizione, quella peggiore.

Non mi chiamo Greta Garbo, ma ho una pessima notizia da scrivere: la Fonte dell’Immortalità (o eterna giovinezza), quella dell’Eden, causa crisi climatica irrisolta, si è inaridita; rivolgersi ai nuovi rabdomanti.

L’Opera d’Arte rende immortali anche senza essere Dorian Grey; ti basterebbe dipingere una Pietà uguale a quella prodigiosa realizzato da Jacopino del Conte.

Le tenebre e la luce di Caravaggio forse saranno il simbolo dell’ancestrale lotta mortale tra Male e Bene, come del resto la Sua stessa anima tormentata: certo, nei suoi più formidabili dipinti, i personaggi appaiono incatenati ad una faticosa opprimente quotidianità e al tempo stesso invischiati in una invincibile eternità; il Merisi sarà anche morto giovane, solo e abbandonato, assassinato dai suoi demoni e da nemici invidiosi del talento, ma avreste voi l’ardire di negare la Sua propria gloriosa Immortalità?

Sarete contenti anche Voi – lo auspico – nell’apprendere che gli antichi Uccelli, i pennuti quelli veri, quelli usciti dal Mare in forma di pesci e poi capaci di evolversi fino a diventare signori dei Cieli (quindi portatori sani nonché volanti di Immortalità) forse per antipatia abbattono i droni fattorini delle multinazionali del commercio; intelligenze superiori.

Dovremmo rivedere presto il nostro concetto, la definizione di immortalità: gli scienziati paleontologi hanno appena scoperto un nuovo tipo di Dinosauro mai classificato prima e in Cina – la via per il Katai anche se non sempre foderata di seta riserva sorprese agli esploratori, ancora oggi – sono state rinvenute molecole organiche in un fossile datato 125 milioni di anni fa; di fronte all’immortalità e all’eternità, bazzecole, ma per noi bipedi fallibili limitati un effetto contundente, anche in preda alla tentazione di rendere reale il cinematografico hollywoodiano parco giochi giurassico: un divertimento assoluto farsi inseguire da mastodonti poco dialoganti, molto carnivori, sperando si convertano in corsa alla dieta vegetariana.

Sono tornati, dopo 35 anni, ancora morti come allora, eppure più vivi che mai: gli zombi amici di Dylan Dog, stavolta a colori; mentre il Mondo Dopo implode nella propria dissolvenza, loro festeggiano un’alba nuova, un carnevale caleidoscopico per rallegrare il Globo; mi ripeto? Certo, contengo moltitudini, di contraddittorie repliche del Pianeta che fu. Immortale. Almeno fino a quando reggerà la memoria, la mia.

Voi siete per caso ingegnere navale? Dunque, come potete affermare che il Titanic stia affondando? Aggiungerei, senza tema senza smentita, che quel rumorino sordo che Voi affermate essere stato l’impatto dello scafo con un iceberg vagabondo, non trova riscontro correlazione con i fatti: non vedete? Le stelle brillano come diamanti incastonati nel cielo notturno, l’orchestrina suona allegra senza cedimenti. Mi avete convinto Dolcezza – si può ancora azzardare galanteria, senza essere accusati di sessismo o di tentativo di molestie sessuali? – riservate l’ultimo ballo per me.

Un whisky scozzese, senza ghiaccio, grazie.

Brindiamo a questa vacua, frivola, immorale:

immortalità.

Scrivimi (Nino dal Buonocore, basta un pensiero)

Pagina del Pensiero, di un pensiero, dei pensieri pesanti (pensanti?) quotidiani, dei pensierini elementari che rivelavano mondi a Maestre e Adulti.

Pensieri attorno a qualcosa, una cosa una casa un oggetto un soggetto concetto Concetta impiegato di concetto argomento, qualsiasi a piacere, per rompere il ghiaccio; anzi, pensando allo stato di salute dei Poli, meglio di no.

Salviamo il ghiaccio ché a breve diventerà bene di lusso, mentre – povero mercatino globale! – crolleranno le quotazioni di virus e batteri per eccesso di offerta.

Pensiero laterale, sottosopra, insinuante invadente contundente, talvolta.

Se fossimo così fortunati da incontrarli per strada, salutiamoli con reverenza riverenza (falla almeno una volta!) rispetto rimembranza: se fossero Pensieri Lunghi senza scadenza, facciamone scorta, ospitiamoli accogliamoli conserviamoli, magari nei Granai; in caso di crisi (ah, non ne eravamo usciti? La Crisi più lunga della Storia, nuovo blockbusters ghosthbusters idiotbusters con l’eterno Steve Martin) , al mercato nero troveremmo di tutto, tranne i Pensieri; oh cribbio, anche nei paesi paesetti paesucoli del sedicente Bengodi la Spremuta di Cervello (o la tempesta di menti) è delizia rara, Elisir degli Dei, Ambrosia più deliziosa della Cioccolata pregiata per intenditori spendaccioni.

Una piccola molecola può modificare il Pensiero? Sostanze processi procedimenti chimici.

Voglio passeggiare nella Roma tenebrosa del 1600 – o giù di lì, nel senso della data non geografico – e non dentro le pennellate di celebri dipinti, ma fisicamente, assieme a Michelangelo pictor (senza pin puc pec) excellentissimus, uno e trino: Michelangiolo (l’altro era suo fratello gemello, almeno d’Arte?), Merisi, Caravaggio; cara, mi metto in viaggio, non aspettarmi per cena apericena ah però.

Famigerato, la sua fama fame noir, fu tramandata solo a causa di una infame congiura ordita ordinata con diabolico ordito contro di Lui, una manovra orchestrata da detrattori invidiosi, da malpensanti (uh, quanti!) da mariti con notevoli palchi ramificati di corna, da imbratta tele imbratta muri imbratta carte, la cui unica dote era una mesta mediocrità media.

Scipione, non l’Africano, il Borghese, distrattaMente cardinale, ma dotato di occhio lungo come il pensiero, cervello fino olfatto finissimo aveva valutato bene il Tuo talento: totale immenso tendente all’Assoluto, quindi soluto assolto da banali regole per banali bipedi.

Certo, la mosca al naso e nella nera barba, Ti saltava spesso e volentieri: mosca notturna mosca fastidiosa mosca nella sambuca o semplicemente nella buca d’angolo del muro sbrecciato del Tuo laboratorio tra i vicoli maleolenti della futura capitale degli indolenti e dei viziosi: capitali anche loro.

Così, talvolta confondevi pennello con spada e viceversa. A Tua insaputa – ne sono, quasi, certo – per veniale distrazione, Ti capitava di affettare non saluti o battute motti di spirito, ma brutti ceffi, invece di dipingerli. Incerti del mestiere. Chi sono io per condannare qualcuno, meno male che non vivo a Berlino Tribunale; come diceva quello, non giudico un mio simile dai suoi errori, ma dalla volontà di rimediare; o, in alternativa, dall’eredità che lascia al Mondo.

Digressioni Pensieri lunghi a lunga percorrenza come Dromedari o Pony Express, Pensieri in grado di coprire ampie distanze in un attimo un amen un la Luce sia con te, se è quella creata dal Merisi; alimentati solo da uno zuccherino e un sorso d’acqua, anche piovana.

Se proprio urgessero ungessero impellessero soluzioni deduzioni delucidazioni acide saline – magnifiche quelle sicule – brillanti: ecco a Voi i Pensieri Diagonali, percorso più breve per unire in lieto connubio due visioni corsare corsive corrosive agli antipodi delle intenzioni e delle volontà.

Un Pensiero può essere strambello strambo strambato strambante arrembante peccaminoso progettuale rivoluzionario irriverente seducente, sempre Stupendo.

Dalle folli notti delle Ragazze del Piper al resto dell’Umanità.

Incredibile visu, Monstrum;

i Pooh venuti fuori dal Brennero, in silenzio, assieme a Parsifal, avevano ragione: caro Pensiero, non restare chiuso qui.

Va per le strade del nostro piccolo Pianeta, reca arreca reclama la buona e giusta Razionalità presso ogni Contrada Contea Comunità.

Infine, a missione compiuta, fatti riaccompagnare a casa da Lassie o almeno scrivimi:

non farmi stare in pensiero.