Chi visse sperando (nel CapoDanno)

Pagina dell’Attesa, messianica.

Il povero 2021 non è nemmeno nato, eppure tanti troppi tutti lo attendono al varco, al valico con il suo corteo di Elefanti dopo il faticoso passaggio sul Brennero: già carico non solo di auspicati rimedi, ma di responsabilità e compiti supremi – i destini spesso sono inscritti nei nomi e nei DNA – scelto per sostituire destituire detronizzare depotenziaRe il suo predecessoRe; sperando rammenti da subito di non essere stato concepito bisestile, magari bisessuale, ma bisestile proprio no.

Nonna Erminia diceva – chi visse sperando, morì… cantando. Voglia di cantare saltami addosso, gorgheggia tu, che mi non posso, ostrega. Anche la Commedia non solo è finita, ma poco divina, confidiamo resista etilica, ché si sa l’alcol conserva e disinfetta.

Curiose coincidenze, ma se non balzi a bordo sono treni verso il nulla; la Congiura dell’Universo per renderci saggi trionferà, finalMente? Sono tutte fuck news, create ad arte senza regola dai soliti komplottisti del web: magari fossero Leoni almeno alla tastiera; o pastiera partenopea. Da quando anche lo storico Gambrinus di Piazza Plebiscito ha chiuso i battenti, il commissario Ricciardi demoralizzato ha smesso di vedere le anime dei Morti.

Come direbbe la Mia Amica Scrittrice (grazie Odette), la promessa dell’Alba è essa stessa alba? Chissà, non smettiamo di cercare le risposte e soprattutto non abdichiamo, non anneghiamo, magari in acque fetide, alle domande, quelle essenziali vitali giuste.

Alba livida, ma anche – senza prezzemolone veltroniano – lì vida, da qualche parte ai piedi della fioca luce dovrebbe esserci Vita, magari nuova, magari vera.

A Tutte e Tutti, buon balzo o sbalzo verso un futuro, qualunque, comunque: a scanso di equivoci, indossate il caschetto e allacciate le cinture, se sono sicure, meglio. In caso di guasto (Uasto?), anno comprato nuovo, guasto e/o difettoso, senza diritto di ReCesso, chi crede preghi (magari non San Gennaro, si è messo in aspettativa), tutti gli altri si abbandonino senza ritegno ai consueti riti apotropaici. Unica certezza, il canto di battaglia del leggendario Borgorosso Football Club: chi si estranea dalla lotta è un gran fijo de mihi ignota est.

– Ho visto la Luce, in fondo al tunnel (Tunnel of Love?)!

– Ma no, tonto (il fedele alleato nativo americano di Lone Ranger?), è solo il riflesso di una lampadina dentro una pozzanghera, sull’asfalto nero, lucido, almeno lui, causa pioggia.

Riascoltiamo Rain and Tears, nella duplice versione di Demis Roussos e della divina Dalida, senza Sansone, divenuto nel frattempo, dopo precoce calvizie, coiffeur delle Stelle;

se non sarà Luce, possa la Pioggia lavare via o confondere le lacrime.

p.s. Le coincidenze: ultimo giorno dell’anno, ultima pagina del Quadernaccio cartaceo, quello degli appunti pre brutta copia on line.

Ombre, dentro e fuori dalla Grotta

Pagina della Decadenza.

Non una qualsiasi, all’italiana e scusatevi se vi pare poco.

Nel mondo, secondo vulgata mediatico popolana, Italì è sinonimo di pizza mafia mandolino – sedere a, ma non si può più vagheggiare nemmeno nei sogni musicali, altrimenti arriva il #miTu – forse, tra i sinonimi: Arte Cultura Cibo Eleganza. All’estero lo sanno, gli indigeni autoctoni auto scimuniti, non sono stati allertati avvertiti informati formattati.

Decadenza decaDanza, cadenza della decenza, decade, ognuna con la propria personale indecenza, guadagnata sul campo.

L’industria tricolore – la Bandiera un tempo che fu, quella dei tre colori (bianco rosso verde, rosso verde bianco, verde bianco rosso? libretti universitari in volo dalle finestre di antichi atenei facoltà giurisPrudenza) era sempre stata considerata la Più Bella – purtroppo ci riflette, uno specchio senza margini di errore: l’intrapresa nazionale sorge sugge assurge a simbolo totem icona del carattere popolare, con autentici cromosomi xyz, inconfondibili stimmate delle genti peninsulari, isole incomprese.

Nostalgia inguaribile inconsolabile incolmabile per il passato di Pomodoro; un passato a scelta, gli altri a pagamento su pay all, importante che sia lontano da noi Q.B. – quanto basta – perché l’avventuroso passato clandestino deve essere coniugato in modo giusto, ma a casa sua; placcato dal pacchetto di mischia, regali mischiati muschiati sciupati, passato placcato in oro finto per celebrarlo con cervellotici pistolotti mediatici, fastosi festosi addobbati con sciatti festoni.

Il Futuro nel Belpaese dei Decrepiti, dei dpcm come serie tv sostitutive (altro che Suburra e Gomorra…), dei prodotti da forno sostitutivi (sforniamo crostini come decreti! Ai Due Compari, Motta sulla Livenza), non suscita entusiasmi esaltazione, al limite esalazione: di gas tossici, di ultimi respiri al posto di primi vagiti, ultime cartucce rugginose pruriginose spuntate, invece di freschi semi da interrare in prati ancora vergini sperando un dì possano, con cura accortezza e dedizione, crescere piante: vigorose belle generose.

Logore logorroiche pergamene illeggibili in luogo di carta nuova di cartiera per disegnare/scrivere immaginare mondi futuri inaspettati sorprendenti diversi alternativi audaci, oltre ogni limite di Umanità.

Futuro è solo una mosca tze tze da scacciare maledire schiacciare, il solo pensiero del suono o sua potenziale esistenza innesca una grave forma di fastidio, odio senza iodio, local-pandemia narcolettica.

Gattopardi, Gatti Randagi in vicoli senza più miracoli, Viceré senza corone dobloni troni, Tigri della malora e del ribaltabile, anni ruggenti latitanti ai Tropici, anni struggenti, anni sfuggenti sfuggiti dal corral eoni fa, dunque ‘stacce!’. Sfuggiti dal senno del poi, dai fossi degli argini mai ripuliti accanto a fiumi carsici dunque incazzosi, anni fossi argini fiumi trascurati oscurati trasecolati dall’incuria nostra, però moderna tecnologica progredita.

Siamo fuori, dal tempo massimo/minimo, da ogni tempo. classificabile o meno.

I Giovani? Un’invenzione del ’68 o forse era il ’48, una bolla di sapone spaziale: untorelli spacca marron glacè, adepti della Trap Music, senza fischio con dita in bocca – Strunz!!! – né boccetta di acqua benedetta da aspergere in caso di bisogno, cioè spesso, vista la congiuntura astrale sfavorevole; ‘addivanati’ cui abbiamo rubato perfino il divano in promozione permanente annuale, sostituendolo con banchi a rotelle davvero smart, anche se, all’ultimo giorno di lezione in remoto, remota sarà la possibilità di sottrarsi ai Giudizi Universali, rigorosamente decretati dal web.

I Giovani? Non sono quelli dei Venerdì scioperati sciroppati sciroccati scioperanti, show operanti per la salute del Pianeta Terra? Poveri ingenui, i vostri genitori non vi hanno ammoniti sui rischi relativi all’instaurazione di un Rinascimento Ambientalista? Niente più smartphone, tablet, scarpe ginniche firmate, con inchiostro ematico degli sfruttati. In fondo, morti di fame erano già, cosa ci sarebbe di male nel garantire loro un po’ di sano lavoro con contratto a tempo per forza indeterminato, almeno nell’aldilà?

Ripartiamo dal risiko cadreghe, tanto il futuro è solo una ridda una rissa una riffa – abbiamo una riffa che fa così, caro Ivan Cattaneo! – Raffa nazionale da Trieste in giù, di ipotesi, una risma di nomine accumulate in orrenda pira, di kriminal azioni finanziarie e di risorse naturali da incenerire fino all’ultima stilla e oltre.

Integratevi cribbio, alla tribù alla tv al pc: ballate su balconi barconi carponi! Tornerà l’Estate, garantito con pistacchio e limoni trinariciuti certificati dal buon Bio, noi bagnanti bagnati bagolanti, chissà. Le rotonde sul mare sono stinte stanche estinte, sostituite con crudele ingratitudine da quelle stradali per i grulli spennati – c’è sempre uno spenna grulli ex machina ex cathedra Excalibur, per fortuna! – fanatici della congestione da idrocarburi; oibò, non è il nick name social dei Carboidrati???

Un uomo può distinguersi da un’ombra, dalla sua ombra, dalle ombre – magari rosse! – dentro la caverna di Platone? Come canta il Poeta maledetto, potrebbe: se, e solo se, condizione siamo qua noi, fosse causa consapevole di quanto gli accadrà.

Non preoccupiamoci troppo, anche i fallimenti totali non sono mai per sempre.

IppoRaider e Foglie pe(n)santi

Pagina della Distopia? No, grazie, come centrali nucleari anni ’80.

Pagina della Disagiotopia, della Terrapiena zeppa:

di Persone, Buoni Propositi, buone incorruttibili Volontà, non solo ultime e/o testamentarie, ma attuali tenaci (come mastice di Zi’ Dima Licasi) vigorose.

Pagina delle Facce, un po’ così anche senza essere marinai, genovesi o entrambe le opzioni, Pagina di tutte le facce, Facce di tutti i Colori del Mondo: facce varie variopinte da Varietà del sabato sera, maschere della grande Commedia umana; farsa o tragedia? Sorti progressive pregresse o regressive in anticipo?

Miliardi di Facce uniche, come unica è la Razza. Piave? Anche, volendo, qui niente razzismi!

Volendo volando planando bibendo: a grandi generose sorsate, la nostra Libertà individuale, i nostri Destini irrimediabilmente collettivi.

Da solo, la puoi sfangare, certo; ma dopo, una noia maledetta noia peggio che mortale, ETERNA.

La Scrittrice Malincomica indaga sui fenomeni arcani che si verificano durante i mutamenti di Stagioni: e-migrazioni (poco virtuali, molto reali), trasmigrazioni, trasvolate di volata, trasformazioni, trasformismi – sempre più esigenza mondana, caro Mastro Delirium – eventi inintelligibili dirigibili mentali capaci di spalancare varchi sull’Enigma;

prima, si stava come le foglie (e le Scimmie) sugli Alberi in Autunno, ma nel Mondo Dopo, fuori di sé e soprattutto di sesto, le foglie si schiantano a terra con tonfo inquietante, pe(n)santi ponderose pedanti.

Quintale o tonnellata? Anche salsa tonnata, andrebbe comunque di lusso.

Potremmo, forse dovremmo affidare la spinosa questione a IppoRaider (l’Ippogrifo poco grifagno molto ingrifato, smart assai, ha tosto riconvertito la sua azienda di servizi), commissionargli il trasporto delle Foglie Anomale sulla Luna bifronte – Giano, senza offesa – chiedergli di adagiarle sul volto timido e ritroso di Selene e verificare se d’incanto d’improvviso d’istante (se 300.000 km vi sembrano pochi) divenissero Piume angeliche, Penne con inchiostro e calamaio, Penne di Oche del Campidoglio, quelle illuminate che salveranno il Mondo; ammesso che qualcuno ne ascolti i richiami all’attenzione alla temperanza alla ‘veglianza’.

Per chi crede ancora nei Sogni contro ogni critica della ragione, per quanti si abbandonano alla Magia del Creato e abiurano filosofie basate sui pilastri del dolore e dei sensi di colpa. Pilastri da abbattere con la dinamite di Nobel, altro che le statue del presente archiviato.

Vorrei essere la Secchia rapita dalla Sorpresa della Bellezza, il Vecchio Scarpone sequestrato da una gang, suburbana, di aminoacidi, gang amniocentrica Geoludica;

vorrei offrimi come ostaggio con affetto, affetto da sindrome di Stoccolma (tutto esaurito, assembramento! anzi, per la precisione: tutti esauriti), amici forse mai, ma legato mani e piedi con mente senza briglie alla Gang del Libero Pensiero, facendo largo spazio orizzonte senza nubi alle Amazzoni del Poi e ai Cavalieri della Futuromania:

quelli che han tra le mani sogni che sembran lontani.

p.s. in contatto con Te, in contatto con Me: telepaticamente, o se vuoi, manualmente.